EUROPA 7 FINALMENTE OTTIENE LE FREQUENZE MA DI STEFANO NON SI ACCONTENTA: “1 LUGLIO NON PARTIREMO”

0
561

“Il primo luglio non trasmettiamo. Non possiamo fare una rete locale, che non è vista a Bologna, Milano, Torino, Napoli, Catania. E’ abbastanza ridicola questa cosa, se la facessimo falliremmo in sei mesi”. Lo ha detto Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, intervenuto a ‘24 Mattino’ su Radio 24.
Mercoledì primo luglio Europa 7 dovrebbe partire (finalmente!) con le trasmissioni, dopo un contenzioso iniziato nel 1999 per ottenere le frequenze assegnate da una gara ma mai ottenute perché occupate da Rete4. Grazie ai vari interventi del legislatore lo stato di fatto – illegale – è stato prorogato fino ai giorni nostri, nonostante le numerose sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di giustizia europea che obbligavano lo Stato italiano a permettere la trasmissione televisiva a chi aveva ottenuto la concessione. Adesso finalmente sembra essere arrivata la soluzione. L’11 Dicembre 2008, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha assegnato a Europa7 il canale 8 in banda VHF, da utilizzare in tecnologia analogica e/o digitale, secondo la tecnica della SFN (Single Frequency Network). Il provvedimento pone in esecuzione gli impegni assunti nella Conferenza internazionale di Ginevra, quando nel giugno 2006, è stato definitivamente introdotto l’obbligo della canalizzazione europea, da attuarsi entro il 30 giugno 2009. Dalla “ricanalizzazione” della banda VHF-III, si ottengono otto frequenze rispetto alle sette prima individuate nella stessa banda. In pratica si tratta di una riorganizzazione dello spettro Vhf, occupato dalle trasmissioni di Rai1. La Rai, pur continuando ad avere sette canali, permetterà a Europa7 l’utilizzo di un ottavo canale nuovo di zecca.
Ma Di Stefano non è soddisfatto. “Noi dal ‘99 abbiamo diritto a tre canali, l’unico modo per avere una rete nazionale in analogico – ha detto Di Stefano -. Ora si pretende che noi, con una sola frequenza messa a disposizione, facciamo una rete nazionale. Le frequenze che ci spettavano non le abbiamo, quindi non si parte”. Effettivamente la concessione di Europa7, registrata il 22 settembre 1999, presso la Corte dei Conti, all’art. 1 dispone che: “Alla società Centro Europa7 a.r.l. con denominazione Europa7, sono concessi l’istallazione e l’esercizio di una rete di impianti di radiodiffusione televisiva a copertura nazionale tra quelle individuate nelle deliberazioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni concernenti Piano nazionale d’assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva. La rete di impianti di radiodiffusione è costituito da impianti ubicati nei siti individuati dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze, utilizzante un raggruppamento di tre canali di cui uno del gruppo A, uno del gruppo B e uno del gruppo C, tra i 17 canali generici, allocati in ciascun sito, con i quali la concessionaria deve assicurare la copertura di almeno l’80% del territorio nazionale e di tutti i capoluoghi di provincia…”. A chi gli chiede se non rischia di apparire incontentabile Di Stefano risponde che “Su quello che rischio di apparire me ne son fatto una ragione”. “In Italia, in questo settore – continua Di Stefano -, si appare per quello che la propaganda di Mediaset decide che si debba apparire. Io devo fare un discorso imprenditoriale. Dopo dieci anni bene o male siamo riusciti a stare in piedi. Se partiamo a queste condizioni è sicuro che falliamo e quindi facciamo finalmente felici e contenti gli amici di Mediaset”.
Fabiana Cammarano

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome