Oggi dovrebbe arrivare il sì definitivo del Senato alla linea dura di Sarkozy contro i ladri del diritto d’autore. Il contestatissimo progetto di legge (già bocciato dall’Assemblea il 9 aprile) ha ottenuto, ieri, il consenso della Camera con 299 voti favorevoli e 233 contrari. In questo modo la Francia vara la stretta sul web: connessione bloccata per chi scarica file illegalmente e costituzione di una nuova autorità amministrativa con il compito di controllare i movimenti degli utenti e scoprire quelli che scaricano illegalmente contenuti artistici, musica e film. Questa autorità (detta “Hadopi”, secondo l’acronimo francese) avrà a disposizione l’arma del doppio avvertimento e dovrà rintracciare, con la collaborazione dei fornitori d’accesso a Internet, gli autori del download illegale, o meglio i protocolli di rete nei quali viene registrata la violazione. Ci sarà una prima mail di avvertimento nella quale si ricordano i termini di legge, seguita, in caso di nuova violazione, da una lettera raccomandata che rappresenta l’ultimo monito prima della sospensione del collegamento a Internet. A tal proposito, la Camera ha detto sì anche al contestatissimo emendamento che prevede che l’abbonamento continui a essere pagato anche durante l’interruzione del servizio.
La Francia, dunque, ha compiuto il primo passo per regolamentare la giungla del download illegale ma non è detto che l’eventuale approvazione al Senato ponga la parola fine alle vicissitudini del provvedimento. I socialisti hanno già detto che faranno ricorso alla Corte costituzionale, mentre resta sempre aperto il fronte con il Parlamento europeo, che la settimana scorsa ha approvato a larga maggioranza un emendamento al pacchetto Telecom in cui si oppone all’oscuramento di Internet da parte di un’autorità amministrativa. In ballo ci sono due diritti fondamentali che, in questo momento, sembrano inconciliabili: il diritto d’autore difeso dalla Francia e quello alla privacy e alla libertà nell’uso di Internet portato avanti dall’Unione europea. I più interessati alla vicenda, logicamente, sono gli utenti della rete. Ma anche in questo senso le iniziative per aggirare un provvedimento ancora in fase di approvazione, si sprecano. Un esempio tra i tanti, quello di peer2me, fondato da due giovani di Nizza, che dà agli internauti una chiave d’accesso per creare un network privato di download, ovviamente illegale.
Fabiana Cammarano