Enrico Mentana presenta il suo nuovo progetto editoriale, con qualche polemica..

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Enrico Mentana, direttore del Tg La7, ha presentato il suo nuovo progetto editoriale nel corso dell’evento “Oltre le fake news. Il coraggio di sfidare la crisi del giornalismo tradizionale”. L’idea di Mentana è quella di un’informazione fatta dai giovani per i giovani, esclusivamente digitale. Il giornalista ha affermato che la carta stampata non è sicuramente il futuro dell’informazione e, perciò, è necessario trovare profili informativi che vadano bene per le nuove generazioni. Mentana ha detto di voler condividere parte di quanto ottenuto in anni di giornalismo, al fine di sbloccare un settore in cui i giovani fanno grande fatica ad emergere. In questa ottica la tecnologia è fondamentale per il giornalista, il quale vuole che lo smartphone sia il principale mezzo di veicolazione dei contenuti del suo nuovo progetto. L’idea è quella di determinati focus su argomenti molto in voga, che dovranno essere incanalati in articoli aventi nella leggibilità il loro punto di forza. Mentana ha chiarito anche le qualità che cerca nei professionisti under 33 che assumerà: passione, talento per la ricerca delle notizie, capacità di lavorare in diretta e una buona conoscenza delle tecniche di impaginazione e di grafica del web. Il direttore di La7 ha sottolineato le difficoltà insite nella sua iniziativa, ma ha dichiarato di voler compiere il cosiddetto rischio di impresa, andando oltre le attuali difficoltà del giornalismo online. Punto saldo del progetto di Mentana è la necessità di mettere sotto regolare contratto i giovani che assumerà, i quali saranno essenzialmente praticanti.
La presentazione ha visto anche un alterco tra il direttore e Nicola Mente, cronista dell’agenzia Dire. Quest’ultimo ha chiesto se il nuovo giornale sarà finanziato da Urbano Cairo, attuale editore di Mentana a La7. La domanda ha decisamente messo di cattivo umore Mentana, che ha comunque risposto ad essa, chiarendo che ci sarà un supporto di Cairo per quel che riguarda la raccolta pubblicitaria. La questione è degenerata una decina di minuti dopo, quando il giornalista di Dire è tornato sull’argomento a microfoni spenti, richiedendo informazioni più specifiche sul ruolo di Cairo. A quel punto Mentana, che era impegnato nel rispondere ad un’altra domanda, ha apostrofato Mente con gli appellativi di “contaballe” e “coglione”, sostenendo inoltre che nel suo nuovo progetto difficilmente sarebbe potuto essere tra gli assunti. Il direttore di La7 si è scagliato, poi, contro la dietrologia, a suo dire errata nell’impostazione professionale di un giornalista. Sulla vicenda è difficile dare un giudizio netto. I detrattori di Mentana l’hanno usata per sottolineare la presunta spocchia del direttore, visto come uno poco abituato al confronto e tendente all’aggressività verbale. Chi apprezza il suo giornalismo critica la strumentalizzazione dell’episodio, in alcuni casi evidente nelle errate ricostruzioni dello stesso e nella mancanza di supporto audiovisivo a suffragio di affermazioni. Di sicuro un progetto editoriale fresco e ambizioso non può che far bene al settore e, stante l’autorevolezza del suo promotore, può fungere da volano per altre iniziative di questo genere.

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