DTT: DOPO LA SARDEGNA, CUNEO E TORINO. MELLANO: “UNA SCELTA CHE RISCHIA DI DANNEGGIARE I CITTADINI”

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Il 20 Maggio le province piemontesi di Torino e Cuneo effettueranno lo switch-over da analogico a digitale. Le reti televisive Rai Due e Retequattro saranno spente in analogico e sulle loro frequenze verranno utilizzate per dei “fasci” di canali digitali (Mux). Tutti gli altri canali rimarranno visibili normalmente in analogico fino allo switch-off complessivo previsto per il periodo che va dal 24 settembre al 9 ottobre 2009. Il Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni ha previsto l’erogazione di un simbolico contributo a favore delle fasce deboli per l’acquisto del decoder digitale terrestre. In particolare gli appartenenti a tale fascia potranno usufruire di un buono di 50 euro, riconosciuto dal 20 Aprile ai cittadini dei 568 comuni del Piemonte e di 4 comuni delle province limitrofe (CO, PV e SV) interessati dall’intervento di fine mese.
Al riguardo Bruno Mellano, Presidente di Radicali Italiani, ha dichiarato:
“Condivido le preoccupazioni già espresse da consiglieri regionali del centro-sinistra piemontese per questo passaggio anticipato al digitale. Il rischio che la sperimentazione della digitalizzazione di aree difficili come i comuni collinari e montani di province orograficamente complicate come Cuneo e Torino finisca per farsi a spese dei cittadini residenti mi sembra forte e ingiustificato. Alle condizioni attuali credo sia meglio attendere il 2010 come per il resto del Piemonte e la Lombardia. La Regione Piemonte, se intende continuare in questo progetto, deve almeno esigere dal Ministero e dalla potente lobby “RaiSet” il rispetto degli accordi, pur minimali, che stanno alla base dell’anticipo previsto. I cittadini cuneesi e torinesi si troveranno a fare, da maggio ma soprattutto da settembre, le cavie di un ennesimo passaggio nel mondo della comunicazione, che invece di aprirsi grazie alle nuove tecnologie si chiude e si stabilizza nei suoi assetti di potere. Da oligopolio a monopolio, a scapito delle piccole e medie realtà televisive locali, che non hanno alcun potere contrattuale nel mare aperto dei decoder e dei canali.
Chi troverà ancora Telecupole a pagina XXX o Primantenna a pagina YYY ? Ma soprattutto sopravviveranno le realtà televisive locali a questo sciame di scosse telluriche prolungato nel tempo che, è facile prevederlo, vedrà una convergente ed intelligente stretta sulla gestione pubblicitaria per strozzare le reti autonome ed indipendenti (una volta si diceva “libere”)? Anche questo è il regime!” (Dal sito www.radicali.it)

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