Arrivano due importanti verdetti sul caos dei diritti tv della A dall’Assemblea della Lega Calcio. Innanzitutto con 14 voti su 17 è stata ritenuta inadeguata la garanzia prestata da Mediapro, l’operatore spagnolo che ha acquisito i diritti per la massima serie, in alternativa alla fideiussione di 1 miliardo prevista. Non è passata invece la delibera per la risoluzione immediata del rapporto con Mediapro. Quest’ultima ha ottenuto 11 voti, uno in meno rispetto al quorum previsto. La fideiussione non è arrivata, ma le alternative proposte da Jaume Roures, presidente di Mediapro, sembrano aver convinto i club di Serie A. Roures ha messo sulla bilancia un anticipo di 186 milioni come garanzia entro 48 ore e 200 milioni per luglio come prima rata, con l’impegno di rendere visibile il patrimonio netto dell’azienda nel giro di qualche mese. Ma il commissario della Lega Giovanni Malagò ha giudicato scorretto il comportamento di alcuni club (Milan e Lazio ndr), che hanno deciso di uscire dall’aula al momento del voto. Pertanto ha optato per il rinnovo dell’assemblea.
La votazione di ieri è, comunque, una sconfitta per Sky, che aveva sperato nell’annullamento del contratto con Mediapro e in un nuovo bando a cui avrebbe potuto concorrere come favorito. Rimangono, perciò aperte due piste: trattative private tra Mediapro e SKY; la realizzazione, da parte di Mediapro, del più volte nominato canale della Lega, a cui Roures ha accennato anche nell’assemblea di ieri. Quest’ultima possibilità va ad intrecciarsi con la battaglia legale che coinvolge Sky e Mediapro, avente ad oggetto la reale natura giuridica dell’operatore spagnolo. Del bando predisposto da Media Pro Sky ha contestato soprattutto i minimi d’asta tenuti segreti e i pacchetti con eventi da 270 minuti, comprensivi di telecronaca della partita, intervista e raccolta pubblicitaria. Per i legali della pay tv in tal modo Mediapro non si configurerebbe come semplice intermediario, ma da attore nel mercato degli operatori di comunicazione. Sky ravvisa nell’operato di Mediapro la violazione del Decreto Melandri e del provvedimento emanato dall’Antitrust il 14 marzo. Il giudice della sezione impresa del tribunale di Milano, Claudio Marangoni, ha dato ragione alla tesi di Sky, annullando il bando posto da Mediapro. L’operatore spagnolo ha prontamente presentato reclamo contro questa decisione, prolungando così la battaglia legale. La partita dei diritti tv continua, perciò, a essere giocata su più fronti. Ad oggi l’unica certezza è che non sappiamo chi trasmetterà la massima serie nella prossima stagione.