Crisi editoria, il ritorno in edicola dell’Unità non è più utopia, anzi…

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l giudice Federico Salvati, della III sezione del Tribunale Civile di Roma, ha accolto la richiesta della proprietà (gruppo Pessina) della testata per la conversione dell’asta e ha quindi liquidato i debiti, comprensivi di interessi e di spese legali, a favore dei creditori, gli ex giornalisti. La gara è stata quindi sospesa: come aveva anticipato l’HuffPost, la proprietà de l’Unità Srl aveva presentato formale richiesta di conversione dopo la decisione del tribunale di indire l’asta dal 21 al 24 maggio. Richiesta accolta perché i proprietari hanno deciso di saldare in una unica somma il debito contratto con i giornalisti, senza dilazioni che avrebbero potuto comportare la decadenza della testata giornalistica, ai sensi della legge sulla stampa. Somma interamente versata al Tribunale, quindi, che ora dovrà ripartirla in una prossima udienza tra i giornalisti creditori (non i poligrafici, che non hanno partecipato all’azione legale e che da qualche mese non ricevono nemmeno la cassa integrazione) e successivamente liquidarla. Com’è noto, lo storico giornale fondato da Gramsci nel 1924 è scomparso dalle edicole a giugno dell’anno scorso, e la legge sulla stampa prevede che dopo un anno di mancate pubblicazioni la testata decada. La proprietà Pessina-Stefanelli assicura all’HuffPost che “la testata non decadrà” e che nell’arco di poche settimane pubblicherà un numero del giornale per scongiurare la decadenza del marchio l’Unità.

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