Turchia. Epurazione di giornalisti, 47 arresti

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Riforma dell'editoria, ottimismo della File

La procura di Istanbul ha ordinato l’arresto di 47 giornalisti, ex dirigenti del quotidiano “Zaman”, nell’ambito delle indagini sull’organizzazione facente capo al predicatore islamico Fethullah Gulen, accusato di essere l’ispiratore del colpo di Stato del 15 luglio scorso. Tra gli arrestati figura il noto giornalista Sahin Alpay, arrestato oggi all’alba nella sua casa nel distretto di Besiktas, ad Istanbul. Altri giornalisti e figure di spicco del gruppo editoriale “Zaman” arrestate oggi sono Ali Bulac, Bulent Kenes, Abdulhamit Bilici, Mehmet Kamis and Mumtazer Turkone. Tutti sono accusati di far parte di un’organizzazione terroristica armata e del tentativo di colpo di Stato per rovesciare il governo. Lunedì erano stati arrestati 42 giornalisti con la stessa accusa. Il gruppo Zaman è stato messo sotto amministrazione controllata a marzo scorso e la polizia turca ha fatto irruzione nella sede del quotidiano, uno dei principali media d’opposizione nel paese. Il commissariamento del gruppo editoriale ha causato un’ondata di proteste fra i partiti all’opposizione, dai media indipendenti ma anche dalla comunità internazionale. Il Consiglio d’Europa, infatti, in merito alla decisione del tribunale ha parlato di “interferenza molto grave nella libertà dei media” che non si addice a una “società democratica”. “Zaman” è stato sempre molto critico nei confronti del presidente Erdogan e del governo monocolore del Partito giustizia e sviluppo (Akp). Lo scorso 19 novembre la holding Kaynak, che controlla 19 aziende, è stata posta sotto amministrazione controllata dalle autorità turche perché ritenuta legata a Gulen. Oltre alle 19 aziende, il gruppo Kaynak controlla anche una fondazione e un sindacato. La decisione di porre il gruppo sotto amministrazione controllata era stata presa dai giudici turchi accogliendo la richiesta emessa dalla Procura di Istanbul.

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