Facebook mangia il New York Times? Google inghiotte il Washington Post? Bene, se negli Usa i social media spadroneggiano e squaleggiano a caccia delle prede migliori dell’ex impero dorato della carta stampata a stelle e strisce, a quanto pare una piccola-grande riscossa si registra in Inghilterra, dove il Daily Mail vorrebbe fare un bel boccone del pioniere dei motori, Yahoo, in forte crisi finanziaria e d’identità
Il segnale di un cambiamento di rotta? O solo un break nella irresistibile ascesa dell’onnivoro web? Staremo a vedere. Intanto il 18 aprile scadono i termini per i possibili buyers interessati all’acquisto del colosso californiano ancora (forse per poco) guidato dalla bella e rampante (ma i conti per l’azienda non tornano) Marissa Mayer.
In pole position per l’acquisto, oltre al Daily Mail, uno dei big delle telecomunicazioni negli States, Verizon Communications, che già l’anno scorso ha fatto un colpaccio, portando a casa per la bella cifra di 4 miliardi e mezzo di dollari AOL, sigla strategica nel mercato internazionale via internet. Tra gli altri pretendenti, il colosso tivvù Usa CBS, il settimanale Time, Alphabet (ossia la holding che controlla Google) e alcuni fondi di private equity, come KKR e TPG. Avrebbero fatto marcia indietro, secondo le ultime news, tre stars come Microsoft, At&T e Comcast.
La cura Mayer, a quanto pare, non ha prodotto gli effetti sperati e adesso occorre far cassa. Nel corso dell’ultimo il valore delle azioni è diminuito di circa circa il 20 per cento, con perdite che hanno superato i ricavi (4,4 miliardi contro 4,1) e una trimestrale da brividi. Ma anche le prime stime sull’andamento 2016 sono tutte di segno negativo: fatturato in calo del 15 per cento e utili in discesa del 20 per cento. Tutto questo mentre stanno andando in “scena” i drastici tagli occupazionali predisposti da Marissa, un bel 15 per cento in meno, compresa la chiusura della sede milanese. Non è finita, perché il dimagrimento prevede 400 milioni di ulteriori costi da eliminare e la cessione di altri rami non più considerati strategici.
Quanto pensa di incassare la società californiana, fondata nel 1994 da Jerry Joung e David Filo, quotata al Nasdaq da vent’anni esatti, con un primato da Guiness nel curriculum, ossia un balzo del titolo pari al 155 per cento nel giorno del debutto? L’operazione che scatta il 18 aprile, per la regia di Goldman Sachs, JP Morgan e PJT Partners, da mesi al lavoro sul bollente dossier, a quanto pare prevede la vendita di un terzo della divisione giapponese targata Yahoo, che potrebbe fruttare circa 8 miliardi di dollari; più “il core business del web”, la cui valutazione è però non poco controversa, da 8 (utopistici) miliardi fino a 4, con un “prezzo giusto” che può attestarsi intorno alla metà scarsa (5,5-6).
Si tratterebbe di un ottimo ossigeno, in attesa, però, di varare un piano di effettivo rilancio, come chiede da tempo uno dei soci più forti, “Starboard Value”, che intende cambiare vertici e asset manageriali. Ma riusciranno nella non facile impresa di vendita parziale in grado di portare la liquidità necessaria? E di salvare la strategica fetta azionaria in “Alibaba”, la sigla cinese di e-commerce partecipata da Yahoo, un valore da 25 miliardi di dollari?
Vediamo gli obiettivi del Mail. Così analizza la stampa Usa: “Quello del Daily Mail è il sito in lingua inglese più grande al mondo, ma anche se calcoliamo i 14 milioni di utilizzatori giornalieri, il dato è ben poca cosa se raffrontato ai numeri di Google e Facebook. Il 2015 ha fatto segnare un incremento molto forte nel mercato britannico, con un aumento del 27 per cento circa, per cui quel mercato è ora praticamente saturo. Grossissimi margini, invece, nel mercato statunitense: l’attuale bacino di 66 milioni di utenti, infatti, può tranquillamente raddoppiare, sfiorando il top dei 130 milioni, se funziona il tandem con Jahoo”.
Sottolinea la giornalista finanziaria Kate Palmer: “Il Daily Mail è già presente nel web attraverso il suo sito, Dailymail.com, il più popolare al mondo in lingua inglese. Inoltre controlla un terzo delle azioni del sito ‘Zoopla’ e nell’ultimo decennio ha puntato in modo deciso verso la diversificazione dei suoi media, andando ben oltre i confini della carta stampata. Solo pochi mesi fa, a gennaio, i proprietari hanno comprato ‘Elite Daily’, un sito americano di notizie dedicato ai giovani tra i 18 e i 24 anni. Stanno aumentando gli utili, passati lo scorso anno da 216 milioni di sterline e 269. Anche la raccolta pubblicitaria via web sta crescendo in modo molto sensibile, includendo il Mail Online e il nuovo brand Wowcher”. E aggiunge: “La company sta cercando una partnership al di fuori dei confini britannici. Se non metterà a segno l’operazione con Yahoo, ci proverà con Buzzfeed o con qualcun altro, è certo”.
L’obiettivo numero uno della sigla che sta portando avanti la complessa operazione (il “Daily Mail and General Trust” – DMGT) è il settore delle notizie nello scrigno di Yahoo, in particolare “Yahoo Sport and News”. Così ricostruisce l’analista Giuliana Ferraino: “Secondo uno scenario, un fondo di private equity acquisterebbe la totalità delle attività di Yahoo legate a internet, per poi cedere al Daily Mail la parte news e media, in particolare Yahoo Finance, Yahoo Sports e Yahoo News, che comprende tra l’altro un programma condotto da Katie Couric, nota ex giornalista della televisione Usa”.