Buco da 14 milioni per La Voce di Romagna, ben 112 i creditori

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Tra giornalisti, collaboratori, fotografi, fornitori di materie prime e servizi ed enti locali sono ben 112 i creditori della Editrice La Voce Srl. Assostampa Emilia Romagna: “Si è scoperto che la società non ha pagato nemmeno i contributi previdenziali e quelli sanitari integrativi”

Una situazione che ha dell’incredibile, o forse dovrebbe averne, coinvolge da più di un anno i dipendenti ed i collaboratori, giornalisti e non, della società Editrice La Voce Srl. Ieri la seconda udienza al tribunale di Rimini per la verifica del passivo ha messo in luce un buco che supera i 14 milioni di euro. Non solo, spiega l’Assostampa Emilia Romagna insieme al fiduciario sindacale, ma si è scoperto che “fra i 112 creditori ci sono decine di giornalisti, molti con famiglie a carico, rimasti senza stipendio anche per 15 mensilità”.

Da quanto spiega l’Aser, per molto tempo, anni, la società guidata da Gianni Celli non avrebbe pagato né i contributi previdenziali né quelli sanitari integrativi. “Rimasti a bocca asciutta anche collaboratori, fotografi, fornitori di materie prime e servizi, enti locali”, prosegue la nota. “Rilevantissimo il credito vantato dall’erario. E questo succede dopo che, in 12 anni, la società ha incassato dallo Stato oltre 20 milioni di euro di fondi pubblici! Ora sembra che ci siano in cassa per la liquidazione solo 200mila euro”.

Nel corso del tempo la vicenda ha assunto tinte sempre più fosche. Recentemente il direttore responsabile del quotidiano, Raimondo Baldoni, è stato sospeso per due mesi dal consiglio regionale di disciplina dell’Ordine dei giornalisti. La motivazione sta nell’“inosservanza dell’obbligo di verità relativamente alla ricostruzione dell’intera vicenda che ha interessato La Voce e in particolare alle affermazioni l’editore ‘sta pagando gli stipendi’”. Altre motivazioni riconosciute dall’Odg regionale sono “l’inosservanza dell’obbligo di verità, buona fede e collaborazione tra colleghi e tra giornalisti ed editori” e la “violazione dell’obbligo di promuovere la fiducia tra stampa e lettori”.

L’Aser sostiene, in pratica, che nel 2014 il giornale sia stato utilizzato in maniera strumentale per “propagandare menzogne sull’attività di ‘Editrice La Voce’. Ciò è gravissimo e getta ulteriori ombre sull’intera vicenda”. Per questo motivo l’auspicio del sindacato unitario dei giornalisti è che “sia fatta piena luce sui debiti della società amministrata da Celli e le cessioni di immobili. E che nel comitato dei creditori siano rappresentati i creditori privilegiati, cioè i giornalisti, come esigono la legge e la logica”.

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