“Tre anni una Regione senza ufficio stampa. Tre anni da dimenticare per l’informazione pubblica in Sicilia. Da quando, esattamente nel dicembre del 2012, il ‘governatore della trasparenza’ azzerò l’ufficio stampa della Regione in barba alla legge 150 che impone agli Enti locali di comunicare agli amministrati la propria attività attraverso i giornalisti”. Lo afferma in una nota la segreteria dell’Associazione siciliana della stampa. “Quello è stato il ‘punto di partenza’ per gli amministratori di tanti altri Comuni che – aggiunge Assostampa regionale – consapevolmente o meno, confondendo la comunicazione con la propaganda, hanno sostituito gli uffici stampa con funzionari comunali non iscritti all’Ordine e meno che meno abilitati a esercitare la professione giornalistica. Ma per fortuna, c’è sempre un giudice a Berlino e la verità comincia ad emergere. Come nella vicenda dei 21 giornalisti licenziati a inizio dicembre 2012 con effetto retroattivo. Lo dimostra la Corte d’Appello di Roma, che, dopo il Tribunale di Roma, – sottolinea Assostampa Sicilia – ha dato ragione al giornalista, all’epoca distaccato nell’ufficio della Regione a Roma, che vi si era rivolto per contestare il suo licenziamento da parte di Crocetta. Per i giudici della capitale, che hanno respinto il ricorso della Regione, è chiaramente un rapporto di lavoro instaurato legittimamente in base a una precisa normativa. Così la Regione dovrà pagare oltre 100.000 euro fra mensilità non corrisposte e varie indennità riconosciute dal Tribunale. E questa è solo una delle 21 controversie giudiziarie che la Regione si è andata a cercare. Intanto le altre sono finite nuovamente alla Corte Costituzionale. E’ lecito attendersi, a questo punto – prosegue la nota – che la legge sia eguale per tutti e soprattutto ovunque, e quindi che i giudici di Palermo seguano l’indirizzo giurisprudenziale di quelli romani”. “A conferma che la Regione sulla comunicazione istituzionale proprio non ne azzecca una – rileva Assostampa – c’è anche la sanzione comminata dall’Agcom al presidente Crocetta per la violazione delle norme sulla ripartizione della pubblicità istituzionale. Crocetta ha volutamente evitato le televisioni siciliane, preferendo altri canali mediatici, e adesso pagherà oltre 6mila euro di multa. A questo punto attendiamo di sapere se e quando la Corte dei Conti farà chiarezza su queste spese e, se ingiustificate, su chi le dovrà pagare”. Il sindacato dei giornalisti “segnala infine alle forze sociali ed alle energie vitali dell’Isola un sistema che, attraverso la deprofessionalizzazione dell’informazione pubblica, mira, in maniera univoca, alla sistematica sottrazione alla società siciliana delle informazioni necessarie per costituire conoscenza, consapevolezza e quindi capacità di giudizio”. “E’ un rischio molto grave per tutti i siciliani – conclude la nota – e per il quale l’Assostampa metterà in campo ogni energia”.