E’ stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo del comma 261 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013 n. 147 per gli interventi di sostegno all’editoria. Alleghiamo il testo. Il fondo, fortemente voluto dall’allora sottosegretario all’editoria, Giovanni Legnini, era stato pensato come uno strumento rivolto a garantire la nascita di start-up editoriali nel segno dell’innovazione e l’occupazione giovanile; e, poi, la norma prevedeva una parte residuale per sostenere le ristrutturazioni aziendali, che pane al pane e vino al vino, sono gli ammortizzatori sociali. Il decreto, approvato con grandissimo ritardo, visto che il 2014 si è praticamente concluso, inverte l’ordine dei fattori, guardando al passato, ossia ai prepensionamenti. Infatti gran parte delle risorse residue del fondo, in parte oggetto dei tagli lineari ed in parte giù utilizzate per coprire l’onere derivante dal sostegno al fondo per le prestazioni di vecchiaia anticipate dei giornalisti previsti dalla legge 11 agosto 2014, n. 114. Le intenzioni di Legnini vengono quindi contraddette dalla stesura del provvedimento che riserva alle start-up 500.000 euro, ossia solo l’un per cento rispetto alla dotazione iniziale del fondo. E non solo. Gran parte delle misure previste nel decreto di attuazione richiederanno nuovi bandi, nuovi accordi, nuovi atti formali: il lungo impero della burocrazia. Cattive notizie, quindi, per chi inizia, migliori per chi ha la necessità di aggiustare i conti disastrati dalla crisi trasferendo sullo Stato l’onere dei licenziamenti. Insomma è stato preferito il vecchio al nuovo.