Banda larga, si sbloccano i fondi strutturali dell’UE per la riduzione del divario digitale

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 I fondi strutturali dell’UE potranno essere utilizzati per migliorare la situazione della banda larga italiana. Il via libera della Commissione Europea, che si riferisce più in generale ad un accordo di partenariato per il rafforzamento del paese , è arrivato dopo sei mesi di negoziati. Il Governo si impegna a destinare il 57,7% del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), circa 1,8 miliardi,  per investimenti strutturali sull’Ict.  Un minore contributo alla diffusione del digitale arriverà dal Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). In tutto i fondi ammontano a 2,1 miliardi per il periodo 2014-2020. Soddisfatto il ministro Graziano Delrio: “Abbiamo lavorato in coesione con l’Europa per rendere più incisivo questo accordo sulla crescita. Il monitoraggio costante dell’utilizzo dei fondi ci aiuterà a superare le criticità riscontrate nell’utilizzo delle risorse comunitarie relative al 2007-2013″. In cima alla lista c’è la riduzione del divario digitale tra le città e le zone rurali. Il progetto di implementazione della banda ultralarga si attuerà attraverso la stipulazione di convenzioni con le Regioni. Si cercherà di mantenere coesione negli interventi, attivando un confronto costante presso l’Agenzia per l’Italia Digitale.  Altri punti del programma di risanamento sono la digitalizzazione dei processi amministrativi e il potenziamento dell’inclusione digitale dei cittadini. La parte più cospicua dei fondi andrà alle regioni meno sviluppate. Non fidandosi dell’inerzia amministrativa italiana, l’Europa intende potenziare le attività dei SIE, enti preposti alla gestione dei programmi inerenti ai fondi strutturali.

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