La Nuova Informazione, cooperativa editrice del quotidiano cremonese La Cronaca, ha intentato causa civile allo Stato per il mancato versamento dei contributi statali dell’editoria del 2011 (circa 1.100.000 euro). L’udienza preliminare si svolgerà in data da stabilirsi nel 2017. La vicenda giudiziaria del giornale è partita nel dicembre del 2010 con l’arresto dell’amministratore delegato della cooperativa Massimo Boselli Botturi accusato di truffa allo stato per aver percepito i fondi destinati all’editoria illecitamente, indagine condotta dal giudice Guido Salvini. Sospesi gli arresti domiciliari dopo tre settimane di detenzione, Boselli è rimasto indagato e poi imputato e ha riportato una condanna molto pesante che i suoi avvocati hanno appellato. Inoltre lo stesso Boselli è imputato in una causa per false fatturazioni e in un’altra per falsi corsi finanziati dalla regione Lombardia, ai quali avrebbe iscritto falsamente alcune dipendenti della cooperativa Nuova Informazione. Ad aprile 2011 sono arrivate le dimissioni del direttore Mario Silla, sostituito dal piacentino Emanuele Galba. Nel maggio 2011 sono emersi i primi problemi di carattere economico con i ritardi sul pagamento degli stipendi ai cinquanta dipendenti, giornalisti e collaboratori. A novembre la situazione è precipitata nel momento in cui il dipartimento per l’informazione e l’editoria ha escluso il quotidiano dall’erogazione per i contributi statali 2010 (circa 1,5 milioni di euro). Per i debiti accumulati nei confronti di fornitori, dipendenti e collaboratori – sino a sei stipendi e tredicesima per i primi, fino a dieci mesi per gli altri – la Nuova Informazione ha deciso di sospendere le pubblicazioni la sera del 21 gennaio 2012. Dopo il mancato introito dei contributi 2011 – somma pari a 1,1 milioni di euro – per la certificazione non idonea al credito, nel 2013 la cooperativa è stata messa in stato di liquidazione (28 giugno) e il ministero ha nominato Virgilio Sallorenzo curatore fallimentare. Boselli Botturi è stato successivamente condannato a 2 anni e mezzo in primi grado e alla confisca di beni nella sua disponibilità diretta e indiretta per l’esatto ammontare delle somme percepite dallo stato negli anni 2006 e 2007, oltre 5 milioni di euro. Giornalisti, collaboratori, impiegati dell’amministrazione e poligrafici, oltre che fornitori restano in attesa di nuovi sviluppi sulla vicenda.
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