Doccia fredda per Telecom. Il consiglio di sorveglianza di Vivendi, che si è riunito ieri, ha scelto di trattare la vendita di Gvt, la sua controllata brasiliana, esclusivamente con gli spagnoli di Telefonica. Il gruppo francese ritiene che l’offerta di Telecom sia pertinente, ma trova particolarmente attraente la proposta di Cesar Alierta. A far pendere la bilancia dal lato spagnolo è il minor rischio di esecuzione dell’operazione. Inoltre anche la partnership con Telefonica consente a Vivendi di sviluppare progetti comuni nel settore dei media. In quest’ottica per l’operatore francese sono molto importanti partecipazioni di minoranza in società alleate per la distribuzione di contenuti. L’offerta di Telefonica, del valore di 7,4 miliardi, comporta il conferimento ai francesi del 12% del suo capitale. Vivendi può però scegliere di cambiare un terzo delle azioni di Telefonica con una partecipazione del 5,7% nel capitale di Telecom . Nel caso in cui scegliesse quest’ultima opzione Vivendi diventerebbe il primo azionista del gruppo italiano. E, a giudicare da indiscrezioni raccolte da fonti molto vicine al presidente Vincent Bollorè, è molto probabile che accada. La parte in contanti dell’offerta ammonta a 4,6 miliardi di euro. Vivendi ha calcolato una plusvalenza di circa 3 miliardi di euro.
L’abbondanza dell’offerta in cash e la netta proiezione verso mercati diversi da quello delle telecomunicazioni sono stati i fattori rilevanti per la vittoria di Telefonica. Ora le due società devono fare i conti solo con l’Antitrust brasiliano, che potrebbe essere contrario a una coabitazione tra Gvt e Vivo, controllata degli spagnoli in Sudamerica. L’intera operazione potrebbe concludersi entro la primavera del 2015. Telefonica ha stimato sinergie di 4,7 miliardi, frutto di minori costi operativi e risparmi fiscali. L’alleanza con Vivendi serve anche ad aumentare il peso dell’operatore spagnolo per quanto riguarda la banda larga e la telefonia fissa.
Telecom incassa la sconfitta e ribadisce la sua intenzione di continuare a perseguire piani di sviluppo nel mercato sudamericano. I piccoli azionisti di Asati chiedono una valorizzazione di Tim Brazil a 15 miliardi di euro e non escludono una partnership con Oi, l’operatore brasiliano che ha manifestato interesse per la controllata di Telecom a poche ore dai decisivi cda. Gli investitori scommettono in una cessione dell’asset brasiliano. Critiche arrivano dalla politica. Il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, ha parlato di una sconfitta prevedibile, paragonando il gruppo italiano ad un leone senza denti. Mucchetti ha puntato il dito su Mediaset, che, forte di precedente collaborazioni con Telefonica, potrebbe decidere di convergere con gli spagnoli e Vivendi verso qualche forma di aggregazione sovranazionale.