Crisi Unità. Il Cdr attende una proposta seria per salvare il giornale dal fallimento

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La prima pagina di un numero dell'Unità con in evidenza il nome della testata

unitàUna proposta di piano editoriale serio e credibile per salvare l’Unita’, a cui resta solo un mese di vita. E’ quanto chiedono i giornalisti della testata, che oggi hanno convocato la stampa nella redazione del quotidiano. “Abbiamo letto delle intenzioni di alcuni imprenditori di intervenire per il quotidiano come il nostro primo azionista Matteo Fago e abbiamo ascoltato il segretario del Pd dire che l’Unita’ per lui e’ molto importante. Ora ci aspettiamo si passi dalle intenzioni ai fatti. Bisogna intervenire entro luglio. Chi arrivasse un minuto dopo il fallimento per comprare la testata a prezzi stracciati non lo considereremo un salvatore ma solo uno speculatore”. Lo dicono Bianca Di Giovanni e Umberto De Giovannangeli, componenti del Cdr, spiegando la drammatica situazione del quotidiano. Mentre sul sito i lavoratori inviano un appello video al premier Matteo Renzi perche’ si attivi per la salvezza del quotidiano. La testata “se va salvata si salvasse ora, con un piano che la mantenga un giornale generalista che parla a tutto il mondo del lavoro e non che la trasformi di un giornale di una piccola parte della sinistra”, aggiungono. Bianca Di Giovanni ricorda come “siamo qui dopo quattordici anni nello stesso mese e piu’ meno allo stesso punto. Rischiamo il fallimento e la chiusura, come ci e’ stato detto dai due liquidatori della nostra societa’, che e’ in liquidazione da meta’ giugno”. La cassa, spiega, “e’ sostanzialmente vuota, l’unico modo per salvarci e’ che arrivi un’offerta solida, con un piano industriale convincente non solo per la testata ma per tutta l’attivita’ dell’azienda”. Se cio’ non avvenisse “i liquidatori saranno costretti a fine luglio a rimettere il mandato e ne consegue che si dovranno portare i libri in Tribunale e aprire la procedura fallimentare, con tutto cio’ che significa per i lavoratori. L’ultimo stipendio lo abbiamo preso ad aprile, molti collaboratori non vengono pagati da oltre un anno. Siamo davanti ad un quadro che e’ uno sfacelo, l’ultima puntata di scelte scellerate”. Da quando, sottolinea Di Giovanni, “e’ entrato Renato Soru nel 2008 non ci sono stati investimenti, abbiamo visto solo prepensionamenti, stati di crisi e di solidarieta’. Nel frattempo ci e’ stata tagliata la distribuzione del giornale, prima in Sicilia, poi in Sardegna e in Calabria, e hanno chiuso le redazioni locali. E’ stato fatto quasi scientificamente un lavoro per indebolire questo giornale”. Per salvare l’Unita’ non e’ piu’ tempo di parole – aggiunge De Giovannangeli -. Noi continueremo a comunicare con i nostri lettori, continueremo a partecipare, come stiamo gia’ facendo, alle feste dell’Unita’ per spiegare la nostra situazione e ad incontri con i politici che ci stanno dimostrando solidarieta’. Agiremo anche a tutela dei nostri interessi sul piano legale. A tutti quelli che si avvicinano con offerte per il giornale ricordiamo che siamo noi i primi creditori e non accetteremo piu’ che nessuno si costruisca un futuro con il nostro sangue, come e’ successo in questi anni”. Il Cdr non conosce la cifra esatta che servirebbe per salvare il giornale ma “ci e’ stato detto che l’Unita’ potrebbe avere parita’ di bilancio vendendo 26mila copie al giorno e noi con gli inserti di questi mesi ne abbiamo vendute il triplo. Il problema e’ avere una distribuzione intelligente e un piano industriale all’altezza del mercato reale. L’Unita’ non deve costruirsi una comunita’ di lettori, ce l’ha e risponde quando arriva un prodotto all’altezza; quella per salvare l’Unita’, non e’ un’operazione nostalgia, ma che guarda al futuro”. Durante l’incontro sono sono arrivati molti messaggi di solidarieta’ da esponenti politici (Stefano Fassina a Andrea Orlando, rappresentanti dei lavoratori, di vari sindacati e dei lettori. Per Enzo Iacopino, presidente dell’ordine dei giornalisti “e’ sconcertante sentire evocare il nome dell’Unita’ per rivitalizzare le Feste e poi stare in silenzio davanti ad una notizia lacerante come quella di un solo mese di vita per il giornale”. Mentre Paolo Butturini, segretario di Stampa Romana sottolinea che “mai come per l’Unita’, con un progetto industriale ed editoriale credibile e un management all’altezza potremmo sperimentare una testata che nell’epoca della multimedialita’ ha una community naturale, quella della sinistra. Noi siamo pronti a mettere a disposizione del Cdr la nostra esperienza per assisterli in questi passaggi”. (Ansa)

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