Sorpreso, come tutti, per quel passaggio in Assemblea di Matteo Renzi sull’impossibilita’ per il Pd di permettersi due quotidiani ma sereno per quando fatto finora con “Europa” e fiducioso per il futuro. La voce di Stefano Menichini al telefono e’ ferma: “No, quel passaggio non me l’aspettavo. L’ho ascoltato in sala come tutti”, spiega il direttore del piu’ giovane tra i due quotidiani di area dem. “Certo – ammette – forse con maggiore attenzione e partecipazione”. Per Menichini, d’altronde, “qualsiasi ragionamento per una presenza editoriale nuova che corrisponda ad uno spirito di una sinistra rinnovata e’ una buona idea”. Le voci di una sinergia o fusione del quotidiano di via di Ripetta con l’Unita’ si rincorrono spesso nella giovane storia di Europa, fin dalla sua fondazione il 12 febbraio 2003. Anche in quella occasione Menichini era presente; qualche anno dopo, nel 2005, ne ha assunto la direzione. Chi era presente in sala all’Ergife, ascoltando le parole del premier Renzi, ha immaginato subito un derby tra i due giornali; un’idea che Menichini: “E’ chiaro che l’Unita e’ un marchio prestigioso con una storia importante e anche molto connotata”, spiega. “Europa non puo’ competere sul piano della storia ma – aggiunge il direttore con orgoglio – in 11 anni ci siamo conquistati il diritto di stare sulla scena”. “Molte delle cose che ora sono divenute patrimonio del Pd di oggi – aggiunge – si potevano gia’ leggere su Europa prima della nascita del Pd e prima dell’arrivo di Renzi. Questo per noi e’ un motivo di soddisfazione. Possiamo dire che ‘ci avevamo preso prima di molti altri’ “. “Mi chiede se ho sentito Renzi? No, non l’ho sentito”. (ANSA)