Facebook: bacheche invase da post sponsorizzati

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Mark Zuckerberg, CEO of Facebook, makesDa un po’ di tempo la vostra bacheca Facebook si è riempita di pubblicità? Non ricevete più gli aggiornamenti del gruppo a cui avevate aderito, del giornale locale, o di quella rivista di enologia che tanto vi interessava? Non si hanno deciso di tacere tutti insieme, semplicemente Facebook ha mischiato di nuovo le carte, senza dirvi nulla. Ed è inutile dire che dietro l’ennesimo stravolgimento del nostro “wall” c’è l’ennesima strategia commerciale. Già da qualche tempo – è noto – il social network ha iniziato a indicizzare “peggio” i post delle aziende, che anziché comparire sulle bacheca dei seguaci in ordine cronologico, vengono scavalcati dai post degli amici, e soprattutto da quelli “sponsorizzati”. Se ne è accorto chi ha una pagina aziendale: ogni qual volta un giornale o un’azienda pubblica qualcosa, Zuckemberg gli fa miracolosamente comparire una finestra con la scritta “Metti in evidenza il post”. Chi apre la bandiera si trova davanti un tariffario – da 5 a 290 euro – relativo al costo di ogni sponsorizzazione. Con una spesa minima di 5 euro il post verrà pubblicato sulle bacheche di 2.500 persone, investendo la cifra massima, gli utenti raggiunti arriveranno a 350.000. Per evitare di scomparire, in tanti hanno ceduto alle lusinghe di Facebook. Ed per questa ragione che da un po’ da un po’ di tempo, le bacheche dei poveri utenti sono invase da messaggi sponsorizzati (che spesso hanno poco a che fare con i propri interessi, a dirla tutta). Ma non è finita. Da ultimo, il Social dei social ha effettuato un nuovo cambiamento. Gli aggiornamenti di aziende e gruppi sono finiti in automatico in una zona nascosta. E per “seguirli”, bisogna andarli a cercare nella colonna di sinistra della bacheca, alla voce “Pagine”. Solo così, cliccando per esempio su “Notizie dalle pagine”, si accede all’elenco, in ordine cronologico, di tutto ciò che hanno pubblicato i nostri giornali e siti di riferimento. E solo cliccando nella colonna “gruppi” si accederà alle notizie pubblicate dai propri gruppi. Per avere diritto a finire sulla bacheca principale, un post deve guadagnarsi decine di “Mi piace” e di condivisioni. E chi non ha la forza di 500.000 seguaci, deve piegarsi alle logiche del commercio. Se no sparisce. Pazienza se a finire nel dimenticatoio sono è il brillante blogger o il satiro di successo. A resistere, in questo quadro, sono solo i grandi gruppi editoriali (e nemmeno tanto). Business e business, Facebook lo ha capito, come prima di lui lo aveva capito Google News. Ma la favola secondo cui la rete favorisce la circolazione “libera”  dell’informazione sta davvero finendo. Oltre che libera, l’informazione deve essere sponsorizzata.

Fonte: www.ilsalvagente.it

link: http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=La+nuova+beffa+di+Facebook%3A+bacheche+invase+da+post+sponsorizzati&idSezione=24810

 

 

 

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