Siddi (Fnsi): dalla crisi si esce se giornalisti sono protagonisti

0
870
Il logo della Federazione nazionale dell stampa

Il logo della Federazione nazionale dell stampa
Il logo della Federazione nazionale dell stampa

“Dalla crisi dell’editoria si esce se i giornalisti sono protagonisti. L’elemento umano professionale e’ centrale su quello organizzativo industriale, come dimostra l’evidenza di tutte le indagini specialistiche e di ogni studio sull’impatto delle azioni di ristrutturazione sin qui seguite”. Lo afferma il segretario della Fnsi, Franco Siddi, spiegando che “l’ha riconosciuto anche la Fieg che, pur in un contesto problematico per l’equilibrio dei conti imprenditoriali, con la relazione del suo presidente Giulio Anselmi, sul bilancio del settore nel periodo 2011-2013, ha individuato nei giornalisti un pilastro fondamentale per “produrre giornali migliori e di qualita’, usando le diverse piattaforme attraverso le quali si diffonde l’informazione”. “L’affanno degli editori nell’individuare progettualita’ editoriali efficaci per le nuove sfide nel tempo della crossmedialita’ appare ancora evidente – prosegue Siddi -. Notevoli sono gli sforzi da fare e sicuramente e’ necessario promuovere – anche con il sostegno delle politiche industriali pubbliche – investimenti per l’innovazione e per la nuova occupazione professionale che segnino un cambio di marcia decisivo. I giornalisti hanno fatto grandi sacrifici in questi anni e stanno ancora pagando costi elevati alla crisi e alla ristrutturazione tanto che alla stessa Fieg non sfugge “l’impressionante esodo di giornalisti tra il 2009 e il 2013”. “Ora si tratta di utilizzare – dice ancora Siddi – tutti gli strumenti possibili per rilanciare l’occupazione professionale a cominciare dai giovani: dalla legge di stabilita’ – per i cui decreti attuativi in tempi brevi si e’ impegnato il Sottosegretario Luca Lotti – al nuovo contratto di lavoro, creando anche le condizioni dell’impiego utile delle indispensabili esperienze, assolutamente non rottamabili solo perche’ “colpevoli” di essere cinquantenni. Il giornalismo, come il Paese, va bene se sa coniugare la convivenza delle generazioni nel modo migliore possibile”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome