L’Agcom interviene direttamente a tutela dei clienti orfani di Italiacom, l’operatore mobile che ha sospeso i servizi nel mese di febbraio. Il Garante fornirà eccezionalmente i codici di migrazione necessari agli utenti per il cambio di operatore. Italiacom non è riuscito a generare tutti i codici di migrazione entro il 01/04, termine previsto dal Garante per la cessazione dei servizi forniti da Telecom.
Le analogie con Bip Mobile
La tormentata vicenda di Italiacom ha molte similitudini con quella di Bip Mobile, altro operatore caduto in disgrazia. Innanzitutto la causa, i debiti nei confronti dei rispettivi fornitori di servizi. Telecom e Telogic hanno denunciato ingenti squilibri nella corresponsione degli importi a fronte dei servizi di interconnessione erogati. Comune ad entrambe le questioni sarebbe anche, a detta degli operatori, la riluttanza dei fornitori nell’accettare proposte transattive per evitare la risoluzione dei contratti. Così Italiacom lamenta la mancata considerazione da parte di Telecom di un piano di rientro del debito. A suo tempo anche Bip Mobile ha dovuto fare i conti con l’inflessibilità di Telogic, il quale ha causato parecchi problemi per la riattivazione del traffico in entrata, che avrebbe permesso quantomeno ai clienti di ricevere chiamate. E questo ci porta al terzo punto in comune, i disagi dell’utenza . A norma regolamentare i consumatori hanno il diritto di cambiare operatore senza disservizi e in tempi ben definiti. Eventualità che purtroppo non si è verificata in nessuna delle due situazioni. Le procedure di migrazione disposte da Bip Mobile hanno subito numerosi stop, dovuti alla mancata collaborazione con Telogic. Incertezze che hanno portato all’intervento diretto dell’Agcom, che ha prorogato in via straordinaria il termine per il completamento delle procedure. E’quello che sta accadendo con Italiacom, incapace di tutelare direttamente i propri clienti.
Un mercato rigido
A causare il fallimento di queste new entries del settore telco è la difficoltà riscontrata nel crearsi un proprio spazio nel mercato. Si tratta di operatori che partono in quarta, proponendo prezzi vantaggiosi che stimolano la clientela. Ma devono appoggiarsi ai big del mercato per avere accesso alle infrastrutture necessarie alla veicolazione dei propri servizi. Questo comporta una dipendenza economica verso i grandi operatori, che, come nelle vicende esaminate, non hanno la flessibilità che serve per consentire ai nuovi di crescere. Pretendono tutto e subito, e questo porta all’inadempienza degli operatori, alla quale conseguono problemi per i clienti. Non solo relativi ai ritardi nelle procedure di portabilità del numero, ma anche alla sorte dei crediti residui.
Il nodo del credito residuo
La stessa Agcom riconosce che gli operatori non sono tenuti a riconoscere ai migranti in entrata il credito maturato col precedente fornitore. Nel caso di Bip Mobile, big della telefonia come Tim e Vodafone si sono rifiutati di trasferire i crediti residui sulle proprie Sim, poiché per legge dovrebbe essere l’operatore uscente ad affrontare i costi collegati. Ovviamente Bip Mobile, oberata dai debiti maturati verso Telogic, non è stata in grado di ottemperare a questi obblighi. Altri, come H3G e Tiscali, hanno convalidato i crediti residui, proponendo promozioni per i nuovi clienti. Resta comunque una materia non adeguatamente disciplinata, troppo soggetta agli scossoni del mercato.