L’Ordine dei giornalisti ha finalmente partorito la sua rivoluzione: d’ora in avanti si potrà diventare cronisti, inviati e polemisti solo con la laurea. Dopo un dibattito estenuante e tormentato, l’organizzazione di autogoverno del mondo dell’informazione ha stabilito le nuove regole per accedere alla professione: percorso universitario più praticantato all’interno delle strutture convenzionate. Niente più diktat degli editori e lavoro sotto-pagato all’interno di giornali e televisioni. Attenzione, però. Come spiega Oreste Lo Pomo, presidente dell’Odg della Basilicata, «adesso la palla passa al Parlamento». Eh sì, nessuno si illuda su tempi veloci, quando si tratta per giunta di materia data in mano ai tempi “biblici” della politica. Sono state necessarie, infatti, diverse legislature perché l’esame da giornalista non si svolgesse più – nell’anno di nostro Signore 2008 – con la vecchia macchina da scrivere. È solo da un mese, infatti, che si utilizza il personal computer, giudicato “una conquista” dai dirigenti (stremati) dell’Ordine. Come spiegano i soliti maligni allora, prima che la riforma per l’accesso alla professione venga discussa e approvata dal Parlamento, sono in molti a dubitare che – dato il trend sui tagli – ci sia ancora un’università dove poterli formare questi benedetti giornalisti. (Il Riformista)