Prepensionamenti, contratti di soliarietà e stati di crisi che si prolungano. Sono cure dolorose quelle che stanno mettendo in atto gli editori del Sole 24 Ore e dei periodici del gruppo Rcs. Per rimettere in sesto i bilanci, l’editore del quotidiano economico ha concluso un accordo venerdì scorso con il Comitato di redazione, in attesa di ratifica da parte dell’assemblea di redazione, che prolunga lo stato di crisi fino al 2016. In questo arco di tempo i contratti di solidarietà saranno rinnovati con un taglio del 14% dell’orario di lavoro: in pratica, i redattori passeranno a casa tre giorni al mese. Meno tempo in ufficio, ma anche meno soldi in busta paga: la riduzione dello stipendio è, però, solo del 5%, perché la diminuzione dell’orario viene compensata al 60% dall’Inpgi (l’ente previdenziale dei giornalisti) e al 10% dallo Stato. Il punto più controverso riguarda ipensionamenti anticipati che, secondo l’accordo, dovrebbero riguardare 38-40 giornalisti in età avanzata, ovvero le firme che hanno fatto la storia recente del giornale milanese. Per i redattori del quotidiano di Confindustria l’alternativa al congedo è la“retrocessione” del contratto, da tempo indeterminato a collaborazione fissa, con un taglio salariale del 30-50%. A chi sceglierà di rimanere, senza più gradi sulle spalline, l’azienda fornirà un telefono cellulare e un computer portatile, in modo da poter lavorare da casa. Nel Cdr è stato il forte dissenso all’accordo di Antonella Olivieri, veterana della redazione finanziaria, che ha sottolineato l’illegittimità dei prepensionamenti obbligatori e il rischio di “perdere l’anima e la storia“ del Sole 24 Ore. “L’editore sbaglia due volte – aggiunge Olivieri – una prima volta liberandosi di persone altamente capaci e poi per gli incentivi che riconosce. Trattenere i redattori in servizio costerebbe di meno”. L’accordo deve però ancora passare il voto dell’assemblea di redazione, convocata mercoledì 5 febbraio. Tra i votanti c’è anche Dino Pesole, altra firma autorevole del Sole, che sospende il giudizio sull’accordo in attesa di conoscerne i contenuti: “Scegliere strade dolorose è sempre difficile – dichiara il giornalista – dalle informazioni che circolano, il piano sembra una decisione che prova a far fronte alla situazione di difficoltà del giornale, sperando che sia sufficiente”. Non va meglio al’interno del gruppo Rcs, alle prese da un anno con un piano di risanamento che comporta 600 esuberi in Italia (200 sono giornalisti), sfociato nella chiusura e nella messa in vendita di alcune testate del comparto periodici. Giusto ieri sera è stato raggiunto un accordo tra Rcs MediaGroup e il Cdr dei Periodici del gruppo per un regime di solidarietà (al 30%) dei giornalisti, con contestuale avvio di un nuovo stato di crisi. Atteso per oggi il voto dell’assemblea dei giornalisti della divisione Periodici coinvolti. L’annunciata sospensione della pubblicazione del Mondo viene fissata per il 28 febbraio. Durante il mese Rcs comunicherà poi quanti dei 13 giornalisti dello storico settimanale economico verranno assegnati al Corriere della Sera, nell’ambito di un nuovo progetto ancora allo studio sull’informazione economica. Ad aprile si definirà invece il progetto Abitare, con eventuale utilizzo dei 5 giornalisti del mensile già sospeso. L’accordo in Rcs Periodici vede il debutto nel gruppo delle “unità organizzative redazionali” (uor) – “attualità”, “salute e benessere”, “tempi liberi” -, in cui confluiranno i 37 giornalisti già in cigs a zero ore nello stato di crisi che si sta per concludere, oltre alle uor “design e arredamento”ed “economia” per i giornalisti del Mondo e di Abitare. Le testate rimaste nella Periodici e ancora considerate strategiche dal gruppo dopo le varie chiusure e cessioni dello scorso anno sono Amica, Dove, Io Donna, Living, Oggi e Style, cui si aggiungono le pubblicazioni del Gruppo Sfera (prima infanzia e nuove famiglie). Il piano, per ora, non smebra piacere ai lavoratori. Le redazioni del gruppo Rcs sono da una settimana in stato d’agitazione. Lunedì scorso il sito di Oggi non è stato aggiornato per mezza giornata. La redazione del periodico, riunita in assemblea permanente, non si lascia neanche passare le telefonate. I giornalisti di Oggi hanno chiesto all’azienda un chiarimento non solo sul piano di risanamento, ma anche sulle voci di vendita o di chiusura del cartaceo, con accorpamento del sito come “canale gossip del Corriere della Sera”. Le vicende del Sole 24 Ore e Rcs, sono solo gli esempi più elcatanti di un settore in crisi profonda che dal 2009 a oggi ha perso il 13% di occupazione, ovvero 2.200 posti di lavoro. A tirare le somme è Andrea Camporese, presidente nazionale dell’Inpgi, durante un convegno di Quarto Potere tenutosi sabato scorso a Milano. “Nel primo mese del 2014 – ha dichiarato Camporese – i posti di lavoro persi sono stati 200. Dal 2009, il ricorso agliammortizzatori sociali è aumentato del 230%”. Unica strada per uscire dalla crisi dell’editoria, per il presidente dell’Inpgi, è l’adozione di un contratto di lavoro che mantenga “equità inter-generazionale, che includa i giovani. Un sistema che protegga non solo il presente, ma che sia sostenibile anche per il futuro”.
La crisi non allenta la morsa su Rcs e Sole24Ore
Fonte: www.informa.it