Nelle ore in cui la maggioranza di Telecom Italia passa al gruppo spagnolo Telefonica, si torna a parlare di scorporo della rete. Antonio Preto, commissario Agcom, ha paventato l’ipotesi di uno scorporo imposto dalla stessa Autorità nel nome della parità di accesso. Preto, pur elogiando l’iniziativa di Telecom, unica in Europa, ha mandato un avvertimento al colosso tlc, sottolineando che l’Agcom è intenzionata a chiudere questa procedura il prima possibile. Ma il Garante ha l’autorità per promuovere uno scorporo coatto? A questa domanda Franco Bernabè risponde con un no deciso. Il presidente di Telecom asserisce che per misure di questo genere servono motivi di eccezionale gravità, non presenti allo stato attuale delle cose. L’ad Marco Patuano dichiara che Telecom è fermamente intenzionata a realizzare il modello dell’equivalence of input. Più cauto, ma sulla stessa lunghezza d’onda, il vice ministro per lo Sviluppo Economico Antonio Catricalà. Per l’ex presidente dell’Antitrust lo scorporo può avvenire solo su base volontaria. Effettivamente la gestione del progetto da parte dell’Agcom non avrebbe precedenti nella prassi del settore. Si intreccia con lo scorporo della rete anche la posizione del BEREC, che ha dato ragione all’Agcom in merito alla diminuzione delle tariffe per l’unbundling (da 9,28 a 8,68 euro al mese). Come noto, la Commissione Europea aveva aspramente criticato la delibera regolamentare, arrivata qualche mese prima di un’importante raccomandazione comunitaria sulle metodologie di determinazione dei costi uniformi. Il diverbio è sfociato nella consultazione presso l’organismo di controllo degli enti regolatori, che nelle ultime ore ha giudicato corretto l’approccio regolamentare dell’Agcom . Nello specifico, sono state ritenute infondate le considerazioni sull’arbitrarietà dei prezzi. Perciò per il BEREC, i difetti sostanziali ravvisati dall’UE non esistono. La decisione di diminuire le tariffe aveva portato Telecom a minacciare l’abbandono delle operazioni di scorporo e ad accusare l’Autorità di creare confusione nel quadro regolamentare, dilatando ulteriormente i tempi della separazione. Poi il colosso della telefonia era ritornato immediatamente sui suoi passi, ottenuta dall’Agcom l’ approvazione preliminare al progetto. Dovessero essere confermate le nuove tariffe, sarà interessante osservare la reazione di Telecom, alle prese con importanti cambiamenti societari, anche alla luce del rinnovato interesse dell’Autorità per lo scorporo. In tutta questa baraonda non si riesce ancora a capire quale sarà il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti. Catricalà è convinto che, nonostante alcune velleità passate, l’istituto non entrerà nel capitale della nuova rete. Essendo la società che gestisce i risparmi postali degli italiani, la Cdp deve essere cauta negli investimenti. E un mercato in fibrillazione non convince i vertici dell’ente pubblico. D’altra parte la Cassa vorrebbe assumere un ruolo centrale nella società che nascerebbe dallo scorporo della rete, al fine di poter effettuare importanti investimenti nella rete di accesso fissa alla fibra ottica.