No della Commissione Europea alla riduzione dei prezzi per l’ultimo miglio. L’Agcom aveva portato da 9,28 a 8,68 il canone unbundling e da 19,50 a 15,14 euro quello per i servizi bitstream. Una decisione che non era andata giù a Telecom, che per qualche giorno aveva anche messo in dubbio l’atteso scorporo della rete. In effetti la riduzione dei prezzi, a poche settimane da un’annunciata Raccomandazione europea, aveva stupito molti esperti del settore. L’Autorità si era difesa, precisando che la variazione dei prezzi riguarda solo il 2013 e non incide sul triennio successivo. A quanto pare non ha convinto l’Europa, che vede nei cambiamenti effettuati un ostacolo alle sue linee guida in materia di contabilità dei costi.
La Commissione contesta all’Italia la mancanza di analisi di mercato recenti e affidabili. Neelie Kroes, responsabile dell’Agenda Digitale Europea, è lapidaria nel definire “dannosa per la certezza normativa degli operatori economici” l’azione dell’Agcom. Immediata la replica del Garante, che sottolinea come la critica dell’UE si basi più su aspetti procedurali che sulla sostanza del provvedimento. Insomma, l’Agcom è convinta della soluzioni adottate e vuole chiudere questa pratica entro la fine del 2013.
A questo punto, però, la delibera dovrà essere riesaminata dal Garante e dall’UE, in collaborazione con l’organismo di controllo dei regolatori europei (BEREC). Il BEREC avrà sei settimane di tempo per valutare le indicazioni europee e rapportarle al provvedimento. L’impressione è che non sarà facile contemperare gli interessi di Telecom e degli altri operatori, ovviamente delusi dalla posizione delle istituzioni comunitarie. Wind, Vodafone e Fastweb non si sentono adeguatamente tutelati e temono che la paventata “certezza normativa” sia uno specchietto per le allodole.