La Francia con la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” del 1791 ha senz’altro un ruolo guida nella libertà d’espressione e nella tutela del pluralismo. Prima della Rivoluzione i giornali potevano esistere solo su emanazione del Re e, dopo, è servita una lunga mediazione tra il diritto alla vita privata e alla tutela dell’ordine pubblico perché nel 1881 si formasse la legge sulla libertà di stampa. Il 30 settembre 1986 la soppressione del monopolio di Stato su Radio e Tivù ha infine confermato l’indipendenza dell’informazione fissando regole anti-concentrazione: il massimo di diffusione dei quotidiani controllati da un solo gruppo è del 30%.
Detto questo la legislazione prevede una serie di aiuti diretti. 1) Aiuti alla diffusione con un sistema di riduzione delle tariffe ferroviarie. Dal 2001 lo Stato sovvenziona il 60% del costo del trasporto. 2) Contributo in teletrasmissione dei quotidiani in base al numero di copie stampate. 3) Aiuto alla modernizzazione della rete di vendita. Il finanziamento avviene a progetto per un minimo di 3500 euro. 4) Dal 2004 lo Stato contribuisce ai costi di spedizione all’estero. Per accedere a questo tipo di contributi i giornali devono essere iscritti alla Commissione Paritaria delle Pubblicazioni ed Agenzie di Stampa e avere rilievo culturale. 5) Aiuto alla stampa settimanale e locale. Con il decreto 10 maggio 1996 si sostiene la diversità regionale delle zone rurali. Dal 1997 il decreto è stato modificato fissando una cifra di 10mila copie di tiratura indipendentemente dal prezzo di copertina e dalla quantità di carta consumata. 6) Aiuti alla distribuzione della stampa nazionale. I quotidiani vengono distribuiti su tutto il territorio da “Nuove Messaggerie della stampa Parigina”. Al sistema a gestione statale possono accedere tutte le pubblicazioni regolari. 7) Aiuti per la tutela del pluralismo. Si tratta di contributi diretti alle pubblicazioni con scarso ricavo pubblicitario a diffusione nazionale e locale. La soglia è un contributo pubblicitario inferiore al 15%. 8) Contributi all’innovazione tecnologica. Dal 2004 lo Stato eroga aiuti per lo sviluppo dei servizi on line. Si concede un prestito a interessi agevolati il cui ammontare non può superare i 300mila euro. Le spese finanziabili riguardano investimenti materiali e immateriali (software e marketing, ndr) 9) Contributi per la modernizzazione della stampa. La scelta avviene a seguito della presentazione di un progetto e del parere vincolante di una commissione; per una valore totale non superiore a 2 milioni e 745mila euro. Per quanto riguarda gli aiuti indiretti le società editrici in Francia godono di tariffe postali agevolate. 10) il 4 luglio del 1996 le Poste francesi e la Federazione Nazionale della Stampa Francese hanno firmato i cosiddetti accordi di Galmot che definiscono una modificazione tariffaria più orientata verso i costi attribuiti in funzione del peso. 11) Agevolazione dell’Iva. Aliquota al 2,10% mentre i lavori di realizzazione esterna sono sottoposti a un’aliquota del 5,5%. 12) Regime speciale dei contributi per investimenti. L’articolo 39 bis del Codice delle Imposte prevede che le case editrici possano detrarre dall’imponibile il valore degli investimenti funzionali alla gestione. Dall’acquisto di materiali alla creazione di banche dati. 13) Sul piano sociale è previsto il calcolo delle quote previdenziali dei giornalisti con una riduzione del 20% degli oneri sociali. 14) I corrispondenti locali di stampa godono infine dell’esenzione degli oneri previdenziali e assicurativi sotto una certo reddito.