Via libera dal Governo per il wifi pubblico. Ritirati gli emendamenti

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wifiColpo di scena, la liberalizzazione del Wi-Fi pubblico va avanti. Gli emendamenti approvati venerdì scorso, che complicavano il provvedimento fino, di fatto, a vanificarlo, sono stati eliminati da un intervento del presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia. Si è verificato, in sostanza, l’auspicio di molti, noi compresi: è stato cioè ascoltato il parere di un esperto, il parlamentare Stefano Quintarelli, e oggi la norma recita: “L’offerta di accesso alla rete Internet al pubblico tramite rete Wi-Fi non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori”. Lo stesso Quintarelli giudica inoltre positivo l’emendamento che liberalizza l’allacciamento alla rete, non più esclusiva di installatori con multe da 30 mila a 150 mila euro. La pressione della lobby degli installatori era stata infatti una delle fonti di complicazioni del provvedimento precedente. Resta il tema della sicurezza e della responsabilità, sia per chi offre la connessione sia per chi utilizza le reti, ma almeno si liberano gli esercenti da una serie di interventi tecnici complicati e onerosi. E si dà loro la possibilità direndere più attraenti gli esercizi grazie al Wi-Fi. Cosa che in tempi di crisi non è banale. Sarà poi il singolo esercizio commerciale a decidere se introdurre o meno una password e l’utente a decidere se fidarsi o meno a utilizzare una rete di cui non è ben chiara la proprietà. Se il colpo di scena del Wi-Fi ha portato una buona notizia, va registrata anche la cattiva: i fondi per la banda larga previsti dall’Agenda Digitalesono stati tagliati. Dei 150 milioni destinati ad azzerare il digital divide di primo livello (disponibilità di una connessione ad almeno 2 mega)nel Centro Nord, ne sono rimasti 130, nonostante il ministero dello Sviluppo economico si ofsse già organizzato per utilizzare l’intera somma. A beneficiarne indovinate chi saranno? Le televisioni locali, immenso pascolo di relazioni politiche, a cui non verranno applicati i tagli previsti in precedenza.

(www.corriere.it)

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