Tra web e rivoluzione digitale, Mountain View per un giorno si trasferisce a Roma

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google 2Mountain View per un giorno si trasferisce a Roma. E’ in corso di svolgimento il dibattito “Big Tent” sull’evoluzione dei contenuti digitali in Italia. Ospite del tavolo organizzato nella Capitale, Vinton Cerf, uno dei “padri” di Internet e oggi vice president e “Chief Internet Evangelist” del colosso di Mountain View.
“Potete fidarvi di Google” ha rassicurato Cerf intervenendo sul caso “datagate”. “Se fosse vero che violiamo la privacy dei nostri utenti saremmo degli stupidi”, ha aggiunto, perché in quel caso “ci troveremmo in una situazione economica non buona. Nessuno ci affiderebbe più i propri dati”.
Google, spiega Cerf, “non collabora con la Nsa se non da un certo punto di vista”, ovvero “da tutto il mondo” il colosso di Internet riceve richieste di dati e provvede ad esaminare solo quelle che arrivano “per vie legali, con l’autorizzazione di un magistrato”. “Non vi è un accordo fra Google – precisa – la Nsa o altre agenzie anche di intelligence per accedere ai nostri contenuti. Noi passiamo in rassegna tutte le richieste ricevute tramite vie legali”.
Al “Big Tent” era presente anche il Sottosegretario con delega all’Editoria Giovanni Legnini il quale ha lanciato una “sfida” simbolica a Google: “quella di trovare una via originale per l’Italia, una sorta di ‘made in Italy’ dell’accordo fra editori e motori di ricerca”.
L’esponente del governo si è soffermato sulle trattative in corso fra i due soggetti, convinti che “una soluzione solida” sia “a portata di mano, se si evitano rigidità di partenza. Sarà una soluzione che aiuterà l’Italia a crescere, perché Internet aiuta tutti a crescere”.
Legnini ha invocato una via italiana ritenendo che le decisioni assunte dai Paesi europei sullo stesso fronte siano “migliorabili, perfettibili”. Il sottosegretario ha ritenuto comunque significativo agire con solerzia: “Penso che, prima che la problematica assuma i connotati del conflitto patologico e prima che si giunga ad una giurisdizionalizzazione del conflitto, noi dobbiamo fare tutto il possibile per giungere ad una soluzione”. A Google,  ha quindi evidenziato che “gli editori hanno il diritto di essere indennizzati per l’utilizzo dei contenuti editoriali da parte dei motori di ricerca e i motori di ricerca possono a ragione invocare anche un accrescimento della qualità dei contenuti dei prodotti editoriali”.
Legnini ha poi spiegato a margine del suo intervento che qualora andasse a buon fine questo accordo fra Google e gli editori, il governo chiederà “che le risorse ricavate vengano utilizzate per sostenere il progetto di innovazione nel settore dell’editoria con l’uscita degli anziani e l’ingresso dei giovani e con l’utilizzo di nuove tecnologie”.
“Stiamo immaginando una soluzione in cui le poche risorse ancora a disposizione per il settore dell’editoria siano messe insieme per il ricambio generazionale, l’innovazione l’evoluzione e quindi la digitalizzazione” ha ribadito Legnini”.
Il settore dell’editoria “sta vivendo una crisi profonda, strutturale, dovuta al Web, alle nuove tecnologie, ma a fronte di questo fenomeno i lettori continuano ad aumentare grazie a Internet” ha affermato il sottosegretario ricordando che negli ultimi cinque anni le vendite dei giornali sono calate del 22% e che il fatturato delle aziende editoriali è diminuito del 15%, Legnini ha quindi concluso: “A fronte di questa situazione registriamo una perdurante asimmetria tra Internet e il quadro legislativo che non si e’ adeguato ai fenomeni in atto”.

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