“Prevedere la reclusione per il reato di diffamazione impedisce la completa realizzazione del principio della libertà d’espressione, con gravi ripercussioni sull’efficacia e la completezza della comunicazione in tutta Europa”. Lo afferma Licia Ronzulli, eurodeputato del Pdl di fronte a rappresentanti della Commissione Europea durante il dibattito tenutosi all’Europarlamento di Strasburgo sulla libertà della stampa e dei media nel mondo.
“La reclusione – prosegue il parlamentare – per il reato di diffamazione è sproporzionata e dannosa per una società democratica. Queste sono solo alcune delle osservazioni che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sollevato negli ultimi anni, sostenendo la necessità di depenalizzare il reato di diffamazione”. Per Renzulli: “ancora troppi Paesi Membri dell’Unione Europea adottano normative eccessivamente rigide e punitive. In Italia negli ultimi mesi due direttori di giornale, Giorgio Mulè e Alessandro Sallusti, sono stati condannati a pene detentive poiché dichiarati colpevoli del reato di diffamazione o omesso controllo”.
“La Commissione ed il Consiglio – aggiunge l’esponente del centrodestra – devono adottare decisioni forti per sensibilizzare gli Stati Membri a depenalizzare subito il reato di diffamazione, garantendo la piena libertà di espressione, il diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati e la tutela dell’onore dei soggetti coinvolti. Si a sanzioni forti che prevedano anche la radiazione quando la diffamazione è certa e provata. No a pene detentive punitive e non rieducative”.
Al termine dell’intervento l’eurodeputata ha annunciato che presenterà un’interrogazione alla Commissione Europea chiedendo un dibattito in aula sul tema per la Sessione Plenaria di luglio.