CORSERA, SCIOPERO DI DUE GIORNI. SINDACATO CONTRO IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE

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Il sindacato dei giornalisti del Corriere della sera è contro il piano di ristrutturazione presentato dall’ad di Rcs MediaGroup, Pietro Scott Jovane. A rischio 110 giornalisti del Corsera e 270 nell’intero gruppo editoriale. In più Rcs ha deciso di vendere 10 periodici e le sedi di Via Solferino e di San Marco. Il cdr protesta: «Stanno distruggendo il Corriere». Il 27 marzo è previsto il prossimo cda. Intanto il titolo Rcs perde lo 0,45% in Borsa.
«Cari lettori, domani [oggi per chi legge, ndr] e dopodomani il Corriere della sera non sarà in edicola. Il sito non sarà aggiornato. E non usciranno tutti gli inserti settimanali». È questo il comunicato sindacale del comitato di redazione del Corsera. La lettera è stata pubblicata oggi sulle pagine del foglio di Via Solferino. Addirittura i giorni di sciopero dovevano essere, all’inizio ben dieci.
In effetti è da qualche settimana che il cdr sta utilizzando le pagine dedicate ai comunicati sindacali per protestare. Nel mirino c’è il piano di ristrutturazione presentato ieri dall’ad Pietro Scott Jovane. Nulla è ancora certo. Ma da tempo si parla di una ridimensionamento del perimetro aziendale e di una razionalizzazione delle risorse. Ciò significa abbassare le spese, quindi ridurre il costo del lavoro e di conseguenza anche i lavoratori stessi.
«Quello che è stato presentato ieri non è un piano di ristrutturazione, ma un inaccettabile intervento per distruggere il Corriere», si legge sempre nel comunicato del cdr.Infatti ben 110 giornalisti del Corriere della sera, su un totale di 355, rischiano la cassa integrazione in base ad un piani triennale. Inoltre per si ridurrebbero per tutti i benefit come rimborsi spese, auto aziendali, corsi di inglese gratuiti, la chiusura delle sedi estere. Rischiano di saltare anche le collaborazioni. Le quali costano al Corsera circa 12 milioni di euro l’anno. Tale piano farebbe risparmiare 32 milioni di euro. Ma costo di “lacrime e sangue”. Infatti dei 110 giornalisti solo 50 hanno i requisiti per il prepensionamento. Gli altri andrebbero ad infoltire il numero, già troppo elevato, dei cassa integrati italiani. Inoltre allargando la visuale all’intero gruppo Rcs, sci sarebbero altri 270 i lavoratori, tra redattori, amministrativi e grafici a rischio. Infatti anche La Gazzetta dello Sport (altra nota testata edita da Rcs) sta cercando di ridurre le spese con contratti di solidarietà e risparmiando 5 milioni di euro sulle collaborazioni.
Bisogna ricordare che Rcs Mediagroup sta cercando di vendere, orami da tempo, anche 10 periodici. Si sono anche fatti avanti dei pretendenti tra cui anche Prs, la concessionaria della pubblicità della stessa Rcs. Inoltre sarebbero in vendita anche le sedi di Via San Marco e di Via Solferino, dove si trovano rispettivamente le redazioni della Gazzetta dello Sport e del Corsera.
In effetti Rcs è in crisi. Il bilancio del 2012 aggiungerà 400 milioni di euro al debito di oltre 800 che ha già il gruppo. A ciò si aggiunge la crisi economica. La quale influisce negativamente sulla raccolta pubblicitaria, linfa vitale per giornali e media in generale. Ma, secondo il cdr, il giornale diretto da Ferruccio De Bortoli sta resistendo alla crisi: «Il Corriere, tutt’ora, presenta i conti in attivo. E solo qualche giorno fa sono stati assunti due giornalisti».
Il cdr ha sottolineato anche l’acquisto “avventato”, da parte dei dirigenti di Rcs, di Recoletos, una società editrice spagnola. Tale affare «ha causato centinaia di milioni di debiti. Senza tali scelte il gruppo avrebbe le risorse necessarie per affrontare meglio la crisi». Bisogna dire che tale questione è stata approfondita dallo stesso cdr in precedenti comunicati sindacali a mo’ di “storia a puntate”.
Anche il direttore De Bortoli si trova in una situazione complicata. La guida del Corsera sta cercando di mediare tra gli interessi della dirigenza e quelli dei lavoratori. Ma anche lui rischierebbe il posto. A molti azionisti non dispiacerebbe un cambio per la direzione del giornale di Via Solferino. E si parla già di possibili sostituti come Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Giulio Anselmi, presidente della Fieg e dell’Ansa, Barbara Stefanelli, vicedirettore dello stesso Corriere della sera.
Dunque si è arrivati ad un “muro contro muro”. La situazione è ingarbugliata. Il prossimi cda di Rcs è stato calendarizzato per mercoledì 27 marzo. In tale data dovrebbe essere approvato il bilancio del 2012 del gruppo e si dovrebbe ultimare il piano di ristrutturazione. Il quale, è bene precisare, non prevede solo tagli e licenziamenti, ma anche due importanti manovre finanziarie. Si tratta di un riscadenza mento del debito (di oltre 800 milioni) in tre anni. Tale procedura sarà possibile solo con il benestare delle banche. Poi c’è da finalizzare anche una ricapitalizzazione da parte dei soci in due fasi: 400 milioni quest’anno, 250-300 l’anno prossimo. E anche questi due punti non sono esenti da problematiche e scontri interni ai soci e agli azionisti.
Intanto il titolo di Rcs ha perso lo 0,45% in Borsa.

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