Due proiettili calibro 7.65 chiusi dentro una busta gialla affrancata e affidata alle Poste Italiane. E’ il messaggio di morte che la camorra ha spedito ai giornalisti del quotidiano Metropolis, in particolare al direttore della testata televisiva del Gruppo editoriale di Torre Annunziata (Na), Giovanni Taranto. Nella busta, oltre al piombo, la mala ha inserito un messaggio intimidatorio con il chiaro intento di zittire i giornalisti e di fermare i servizi scomodi del giornale e della tv da anni impegnati sul fronte della lotta alla criminalità organizzata.
Metropolis e Metropolis Tv rappresentano una voce libera che, da anni, racconta e denuncia gli affari criminali nelle province di Napoli e Salerno. Nella lettera si fa esplicito riferimento ai contenuti della trasmissione televisiva dal titolo “Cosa loro”. Un viaggio dentro la camorra dell’area vesuviana, da Castellammare ad Ercolano, passando per Torre Annunziata e Torre del Greco. Dieci puntate inserite ogni venerdì in prima serata nel palinsesto invernale di Metropolis Tv.
“Le intimidazioni contenute nel messaggio della camorra – si legge nel resoconto pubblicato sul portale metropolisweb – sono rivolte anche alle istituzioni intervenute negli studi di Metropolis Tv durante le registrazioni delle puntate dell’inchiesta anticamorra. Giudici, pubblici ministeri dell’Antimafia, ufficiali e dirigenti delle forze dell’ordine e giornalisti che hanno raccontato la loro vita in prima linea contro la camorra”.
Non è il primo avvertimento che le organizzazioni criminali inviano a Metropolis e ai suoi giornalisti in trincea. L’ultimo caso eclatante risale alla fine dello scorso anno quando il clan D’Alessandro piombò nelle edicole di Castellammare vietando la vendita del quotidiano che aveva pubblicato la notizia del pentimento del killer Salvatore Belviso imputato nel processo per l’omicidio del consigliere comunale del Pd, Luigi Tommasino.
Decine gli attestati di solidarietà che stanno giungendo in redazione. Istituzioni e partiti in primis, tutti pronti a denunciare l’increscioso episodio e ad esprimere la loro vicinanza ai giornalisti della realtà editoriale vesuviana. Anche il presidente e il direttivo dell’Associazione della Stampa Campania hanno rinnovato la propria solidarietà ai giornalisti di Metropolis, “ancora una volta obiettivo di atti intimidatori che mirano a comprimere la libertà di stampa”. L’appello dell’associazione è a “manifestare concretamente la vicinanza della categoria e della società civile a chi opera in territori difficili e in contesti in cui l’isolamento e l’omertà sono lo strumento principale della criminalità organizzata”. “Saremo sempre a fianco dei colleghi, pronti a testimoniare il nostro impegno per un giornalismo che contribuisce a creare cultura e legalità”, sottolinea il presidente Vincenzo Colimoro.
E solidarietà è giunta anche dai vertici dell’Ordine dei Giornalisti della Campania che ha invitato il prefetto di Napoli a inserire all’ordine del giorno della prossima riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza proprio le “gravissime minacce contro la redazione del quotidiano Metropolis”.
“Già in passato – ha ricordato il presidente dell’Odg Ottavio Lucarelli – il Comitato per l’ordine e la sicurezza ha seguito con grande attenzione altri episodi di minacce della camorra contro Metropolis e contro altre redazioni. Siamo dunque certi di un tempestivo intervento da parte del Prefetto e del Questore”.
Duro ed eloquente il commento del direttore di Metropolis Quotidiano, Giuseppe Del Gaudio: “Se sperano di fermarci con queste minacce, hanno sbagliato di grosso. Noi andiamo avanti, senza paura. Ancora più convinti e decisi di prima”.
E altrettanto duro è il documento del Comitato di redazione di “Metropolis Network”. “Tanto non ci fermiamo – scrivono i giornalisti -. Il Comitato di redazione di Metropolis esprime in maniera ferma e decisa la sua rabbia dopo l’ennesimo episodio di intimidazione della camorra. La busta con due proiettili fatta arrivare nella sede di Metropolis, indirizzata al direttore della Tv, Giovanni Taranto, rappresenta un affronto ignobile a tutti i giornalisti della testata che da due decenni sono in trincea, in un territorio di malaffare e di criminalità. Nulla fermerà la nostra passione e nulla cancellerà l’impegno che ognuno di noi ha giurato ai lettori nel momento in cui ha deciso di raccontare il mondo che ci circonda. Nell’esprimere solidarietà, sostegno e vicinanza al direttore della Tv – si legge ancora nel documento del Cdr – siamo pronti a rinnovare la nostra sfida alla criminalità organizzata in tutte le sue forme e in tutte le sue sembianze: dai colletti bianchi ai boss”.