Editori, giornalisti e distributori francesi valutano positivamente la proposta del Governo di istituire un Consiglio permanente che proponga azioni “industriali” per arginare il fenomeno della crisi dei lettori. La novità è che tutto ciò non riguarderà solo la carta stampata ma anche i contenuti su piattaforma digitale.
Il problema è particolarmente sentito soprattutto perché in Francia non esistono veri e propri editori “puri”, ma soggetti che operano nei settori più disparati. Si va da aziende alimentari a quelle edilizie. A società che operano nel ramo assicurativo a quello medico. Insomma, la crisi di vendita che attanaglia la stampa, viene in parte “compensata” o “aggravata” dall’efficienza e dalla solidità delle società ad esse collegate.
Un altro problema da non sottovalutare è la crisi cronica di Presstalis (ex-NMPP), che pur essendo un gioiello nel campo della logistica ( è uno strumento essenziale per distribuire la carta stampata su tutto il territorio nazionale), è ormai considerato obsoleto dai grandi editori che, per esempio, non desiderano più affidargli la gestione delle rese nelle edicole. Questi ultimi preferiscono che siano mantenuti “in vita” soltanto un centro di distribuzione e Parigi e piccoli centri i smistamento merci nelle principali città “più redditizie”.
In Francia, negli ultimi 4 anni, il mercato per la carta stampa nazionale si è ridotto del 25%. La vendita dei quotidiani nazionali, già martoriati dalla crisi e dalla concorrenza del digitale ha risentito molto degli scioperi degli ultimi mesi. Anche le edicole hanno sofferto e si stima che negli ultimi 4 mesi hanno chiuso circa 1000 punti vendita.
La creazione di un tavolo permanente di crisi sembra essere una delle poche soluzioni al problema, e probabilmente non sarà sufficiente. Ognuno degli attori che siederanno a quel tavolo, tenderanno a tirare acqua al proprio mulino, ma il Governo di Hollande, che finanzia l’intera filiera con più di 1 miliardo di euro all’anno, non ci sta. Serviranno regole precise, ed ognuno dovrà recitare la sua parte per risolvere lo stato di crisi del settore. Il rubinetto dei finanziamenti potrebbe chiudersi anche in Francia..