Mal comune mezzo gaudio.
Gli hacker cinesi non risparmiano neanche il sito della Nasa, l’ente aerospaziale statunitense.
L’incursione messa a segno dai pirati informatici risale allo scorso novembre, ma solo ora se ne viene ufficialmente a conoscenza.
Il Paese della Grande Muraglia colpisce ancora.
O meglio manda chiari messaggi agli Stati Uniti, facendo capitolare uno dei principali e più importanti portali americani.
Scopo dell’attacco? Forse quello di screditare l’immagine di un paese che erroneamente si crede tanto potente da essere immune da blitz esterni.
Insomma così il Re è nudo e per dimostrarlo basta qualche abile mossa da smanettoni del web.
Il metodo di incursione segue infatti alcune semplici regole che sono valse anche nel caso della Nasa: l’hacker si introduce nel sistema penetrando dapprima nei portali personali dei dipendenti e da qui, successivamente, arriva al cuore del network.
Il raid informatico, così come accaduto in circostanze analoghe, ha provocato grandi danni per gli utenti, le cui credenziali d’accesso sono state trafugate con il risultato di far vertiginosamente precipitare la credibilità e la sicurezza del sito.
Nel caso del portale per le attività Spaziali e Aeronautiche le intrusioni da parte dei cyber pirati sarebbero state numerose ed avrebbero portato ad un totale di 5.408 violazioni, con conseguente furto delle credenziali di più di 150 dipendenti.
Si tratta di cifre che allarmano e che allo stesso tempo mettono in luce la fragilità dei sistemi di sicurezza, soprattutto se pensiamo che stiamo parlando di colossi dell’High Tech.
Ora quello che resta da capire è la strategia che il paese del Dragone sta portando avanti, è proprio il caso di dirlo, con orientale minuzia e diligenza.
La Cina infatti sta fornendo controversi segnali di apertura verso i paesi tecnologicamente avanzati: dalla messa a punto di un sistema anti virus ad hoc per i paesi anglofoni, allo sblocco dalla stretta della censura del sito inglese dell’IMDB (Internet Movie Database), sono tanti gli elementi che fanno pensare a tattiche per confondere le acque.
Ma se veramente si vuole sconfiggere la Grande Muraglia, bisognerebbe giocare d’anticipo.
Dopo Faceboook, Microsoft, Twitter, Apple, l’emittente australiana ABC ed ora la Nasa, chi sarà il prossimo della lista?