GLI USA COME LA FRANCIA? LA DIFESA DELLA LEGALITA’ IN RETE PARTE DAL COPYRIGHT ALERT SYSTEM

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Gli Stati Uniti si mettono sulla difensiva.
Influenzati probabilmente anche dai recenti e numerosi attacchi hacker indirizzati a colossi del web come Facebook, Microsoft, Twitter ed Apple, nel paese a Stelle e Strisce si pensa a nuove misure preventive per salvaguardare la legalità della rete.
La soluzione messa a punto dai provider si chiama Cas (Copyright Alert System), ed è stata presentata ieri.
Chiaro l’obiettivo: arginare il fenomeno della pirateria in rete attraverso l’identificazione del contraffattore di turno.
Il sistema è in grado di identificare l’indirizzo IP del cyber pirata di turno, al quale arriva una sorta di ammonizione da parte delle autorità preposte che prevede un graduale abbassamento della connessione Internet, prima di procedere poi alla definitiva espulsione.
I criteri di individuazione dell’intruso si basano sulla stima dei cosiddetti “sei errori” sulla cui base gradualmente si intercettano le azioni illecite (ad esempio streaming di musica, filmati o altro non autorizzato).
Al fatale ultimo sbaglio, il colpevole viene avvisato e a questo punto scatta inesorabile la registrazione della violazione del copyright.
Ora molte cose sono ancora da mettere a punto, come ad esempio le conseguenze legali a cui il reo internauta andrà incontro.
Ma quello che è certo è che le acerbe ed arbitrarie condizioni sulle quali il Cas poggia le sue fondamenta, hanno provocato il disappunto del popolo del web che invoca a gran voce maggiore chiarezza sulle regole del sistema.
Il timore dei naviganti è che il progetto nato per individuare i veri detrattori della rete, inibisca anche chi della rete fa un uso corretto ed appropriato.
Misure correttive nella messa a punto del piano sono state promesse da parte dei responsabili, ma Jil Lesser, direttore del Center for Copyright Information, ci tiene a sottolineare la natura educativa e niente affatto punitiva del progetto, nella misura in cui questo indirizza i cybernauti smarriti sulla retta via della legalità.
La strada intrapresa dall’America percorre, per certi versi, gli stessi itinerari della legge Hadopi entrata in vigore in Francia il 1° gennaio del 2010, durante il governo Sarkozy.
La norma in questione prevede la disconnessione da Internet per chi viene colto ripetutamente a diffondere materiale vincolato dal diritto d’autore.
Con il passaggio di testimone ad Hollande, il budget destinato ai provvedimenti previsti dall’Hadopi, è stato ridotto del 25% ma nonostante ciò, i dati parlano di un abbassamento della soglia di azioni illegali.
La speranza è che gli Usa seguono l’esempio del paese transalpino nel limare alcuni aspetti del provvedimento, come auspicato dall’incaricato Pierre Lescure, che entro fine marzo 2013 proporrà una bozza di riforma della legge volta a colpire i siti malevoli che traggono benefici commerciali dall’infrazione del copyright, differenziandoli dai singoli consumatori.

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