L’AGCOM VIETA TASSATIVAMENTE LE RASSEGNE STAMPA SENZA LICENZA D’USO

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II minimo che ti puoi aspettare da un Garante è che rispetti le regole. Sarà per questo che l’AgCom, il nostro arbitro delle comunicazioni, da ora il buon esempio sul fronte dei diritti d’autore di giornalisti ed editori. Mercoledì, l’AgCom ha messo a punto il nuovo bando per la sua rassegna stampa, servizio disponibile sul sito. A fornirci questo servizio—dice l’AgCom— dovrà essere una società titolare di una regolare “licenza d’uso” degli articoli. Una società che, in altre parole, paghi i diritti agli editori dei giornali ed alle loro redazioni. Lo “sportello” dove comprare questa licenzaèapertodaunpo’. Si chiama “Repertorio Promopress” ed è una creatura degli editori italiani della Fieg. Hanno aderito al “Repertorio” 40 case editrici che pubblicano oltre 200 tra quotidiani e periodici. L’AgCom, dunque, si mette sulla retta via con una decisione che avrà un effetto domino su tutta la Pubblica Amministrazione. Istituzioni nazionali, ministeri, Comuni, Regioni, Province non potranno più regalare i giornali offrendoli alla Rete in libera consultazione. Il servizio di rassegna andrà affidato a intermediari che non si impossessano arbitrariamente dei pezzi, ma li acquisiscono grazie a regolare licenza. In questi mesi, gli editori della Fieg hanno bussato alla porte di decine di soggetti pubblici. Con garbo e fermezza, come si dice in casi del genere. Il governo, sei ministeri di punta (Tesoro, Lavoro, Interni, Giustizia, Salute, Beni Culturali) e la stessa Provincia autonoma di Trento hanno raccolto il messaggio ed eliminato dai loro siti le rassegne stampa “a scrocco”. La Camera e il Senato si sono intanto accordate con “Repertorio Promopress”. Ora il pressing degli editori si indirizza ai soggetti privati. «Abbiamo scritto a tutte le grandi banche – conferma il direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti- alle società quotate, ai sindacati, a Confindustria e Confcommercio». Il messaggio è ancora quello: rassegne gratis per tutti, non potrà continuare così. (repubblica 22/02/2013)

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