È previsto oggi il cda di Telecom Italia. Si deciderà il futuro della controllata (al 77,7%) di Timedia, che a sua volta possiede La7, il 51% di Mtv e 3 multiplex nazionali. L’interessamento di Diego Della Valle per la sola La7 potrebbe portare ad un rinvio a dopo le elezioni. Ma è ancora possibile una vendita separata: ad uno le tv, ad un altro le infrastrutture di rete?
Come anticipato nei giorni scorsi le trattative si stanno ancora evolvendo. Le offerte vincolanti arrivano al momento solo da Urbano Cairo, presidente della concessionaria per la pubblicità del gruppo Timedia, e il fondo Clessidra, una società di investimento guidata da Claudio Sposito e Marco Bassetti (entrambi ex manager dell’universo Fininvest).
Cairo è interessato alle sole tv. E per loro sborserebbe circa 100 milioni. Tuttavia si tratterebbe di un investimento “fittizio”. Infatti l’imprenditore torinese vorrebbe un prestito “gratuito” dalla stessa Telecom. In soldoni sarebbe una sorta di una operazione quasi a costo zero. Del tipo: io mi prendo la tua società in perdita (perché La7 è in rosso) solo se tu mi finanzi l’operazione.
L’offerta di Clessidra è diversa. Il fondo è interessato all’intero pacchetto: tv e multiplex. La società di Sposito e Bassetti pagherebbe 300-350 milioni.
Ma va detto che entrambe le trattative sono comprensive di diverse sfaccettature e pre-condizioni di cui, per brevità, non tratteremo nel presente articolo.
Ad ogni modo le offerte di Cairo e Clessidra non soddisfano il cda di Telecom. O meglio, lo “spaccano”. C’è un frangia che rinuncerebbe a vendere. E il “capo” di questa è Franco Bernabé, presidente esecutivo della società di telecomunicazione. Poi ci sono dei consiglieri in rappresentanza di Mediobanca, Intesa e Generali che premono per una vendita subitanea.
Ma, probabilmente, anche oggi vincerà la “fazione” di Bernabé. Il motivo è l’interessamento di Diego Della Valle. L’imprenditore marchigiano, assistito dall’advisor Bnp Paribas, ha ufficializzato la sua voglia di rilevare La7 (ma non Mtv). Il presidente della Fiorentina guiderebbe una cordata di imprenditori italiani interessati alla salvaguardia del pluralismo dell’informazione, di cui il settimo canale sarebbe un pilastro importante. E la partecipazione all’operazione sarebbe anche allargata ai professionisti interni alla stessa La7, come Enrico Mentana, Gad Lerner e Michele Santoro.
Ma Della Valle ha bisogno di qualche settimana per qualificare l’offerta (allo stato del tutto indefinita). Quindi se ne parlerebbe dopo le elezioni politiche. Il fondatore della Tod’s avrebbe una proposta vantaggiosa rispetto a Cairo e Clessidra. Anche se, siccome Della Valle tratterebbe solo per La7, in termini finanziari l’offerta sarebbe paragonabile solo a quella di Cairo. Dunque, probabilmente, il cda di Telecom non snobberà l’interesse di Della Valle. Quindi, come detto in precedenza, è probabile un altro rinvio delle trattative.
Comunque, c’è un particolare del processo di vendita che va sottolineato.
Telecom, quando decise di cedere gli asset della sua controllata, la divise in due società. Da un lato le tv, ovvero La7 e Mtv (entrambe Srl). Dall’altro i 3 multiplex nazionali, ovvero le frequenze (sarebbe meglio dire il loro diritto d’uso) necessarie per la trasmissione sul digitale terrestre in un’altra società, la Timedia Broadcasting (Timb).
Questa scissione fu fatta anche per permettere una cessione separata. Ovvero, vendere le tv e le frequenze a due società diverse. Soprattutto perché si tratta di due investimenti differenti. Le tv hanno bisogno di una continua “assistenza”. Bisogna riempire un palinsesto, pagare le varie professionalità, fare i conti con la lotteria dell’audience e con la mancanza della pubblicità, linfa vitale di ogni tv.Le infrastrutture di rete (i multiplex) assomigliano più ad un investimento industriale. E i vantaggi sono quasi certi. Infatti le frequenze possono essere affittate, vendute. Oppure, se possibile, convertite in frequenze utilizzabili per la tv sui cellulari. E i costi si riducono a quelli di manutenzione dei piloni di trasmissione.
Inoltre Timb è l’unica parte di Timedia che ha un bilancio in salute. I 3 multiplex, che hanno un valore di 50-70 milioni l’uno. E, nel 2012 hanno fruttato 75,1 milioni (+23,2% rispetto al 2011).
Una cessione separata sarà forse l’unico modo per vendere Timedia?