La scritta “senza zucchero” è sulla confezione del cornetto alla ciliegia, ma il prodotto contiene zuccheri, eccome. Tra gli ingredienti delle marmellate ci sono succo d’uva e di mela, usati come dolcificanti, eppure leggiamo sull’etichetta “senza zuccheri aggiunti”, mentre la legge lo vieta. “Diet” giganteggia sulla parte alta del succo di ananas, ma gli zuccheri sono lì. Sono solo alcuni esempi dei 40 prodotti su oltre 100 acquistati nei supermercati – merendine, succhi, cioccolato, biscotti e altri – che Altroconsumo ha giudicato ingannevoli nell’etichetta o nelle indicazioni scritte al consumatore, denunciandoli all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pratiche commerciali scorrette. La normativa parla chiaro e lo fa perché un regime alimentare troppo ricco di zuccheri e grassi saturi è sinonimo di rischio d’obesità, disturbi cardiovascolari, insorgenza di tumori. Il regolamento europeo 1924/2006 consente di usare solo tre indicazioni, “a basso contenuto di zuccheri”, “senza zuccheri”, “senza zuccheri aggiunti” o dichiarazioni equivalenti in modo veritiero e trasparente, considerando anche altri ingredienti con proprietà dolcificanti (per esempio l’estratto di malto, che contiene il maltosio, uno zucchero) o altri zuccheri diversi dal saccarosio – quello comune da cucina – con eguali proprietà ed effetti sull’organismo: lo sciroppo di glucosio, il lattosio, il fruttosio. C’è anche chi non infrange la normativa ma corre sul filo dell’ambiguità: la scritta “senza aspartame e dolcificanti artificiali” sullo yogurt non toglie né aggiunge nulla al fatto che lo zucchero ci sia, ma conferisce un senso di fiducia verso il prodotto. Dicono ad Altroconsumo: «Presentare i prodotti alimentari con un’aura di salubrità e leggerezza non riscontrata nel contenuto effettivo dell’alimento significa indurre il consumatore all’acquisto mentendo sulle caratteristiche del prodotto. Pratica da sanzionare».