Sotto la spada di Damocle della riforma moralizzatrice da tempo annunciata dal Ministero dello Sviluppo Economico, le associazioni dei consumatori sembrano attraversare un periodo di grande confusione e cercano punti di riferimento politici.
Circa un mese fa, infatti, è stato costituito un “Comitato Consumatori a sostegno della candidatura di Pier Luigi Bersani alle Primarie di coalizione del Centrosinistra”, al quale hanno aderito “a titolo personale e non coinvolgendo le associazioni o gli organismi di appartenenza” i massimi responsabili della Federconsumatori-Cgil, del Movimento difesa del cittadino, di Confconsumatori, l’ex Presidente di Assoutenti, l’ex segretario generale di Adiconsum, il presidente di Consumer’s Forum (designato da Adiconsum) ed il responsabile assicurazioni della stessa Adiconsum. L’attuale Segretario generale di Adiconsum, tuttavia, si è subito premurato di precisare che l’associazione non aderisce “a nessun Comitato di promozione politica, in nome dell’autonomia che l’associazione ha nei confronti dei partiti politici. Autonomia che non può essere messa in gioco da posizioni di parte o peggio ancora da interessi personali che nulla hanno a che vedere né con gli interessi dei consumatori né con la tutela degli stessi”.
Qualche giorno fa, infine, i presidenti di Adusbef e Federconsumatori si sono apertamente schierati “pro Bersani”, ricordando i benefici portati dalle liberalizzazioni fatte quando era Ministro.
In verità, si tratta soltanto di una piccola parte delle 18 associazioni riconosciute a livello nazionale ed all’appello manca qualcuna che pure si ispira ai valori sostenuti dal partito democratico, ma il fenomeno denota – come mai era successo in passato – una decisa politicizzazione dei temi che riguardano la difesa dei diritti dei consumatori.
Se poi si aggiunge che il Presidente delle Acli, dalla cui costola è nata la Lega Consumatori, e l’attuale segretario della Cisl, cui fa riferimento Adiconsum, hanno sottoscritto il manifesto di Montezemolo, si può forse affermare che anche le associazioni dei consumatori non sono più quelle “isole” di sbandierata indipendenza e sono anch’esse discese nell’agone politico.