FELTRI E I SUOI NUOVI AMMICCAMENTI A “LIBERO”

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Negli ultimi tempi l’editorialista de Il Giornale ha ripreso a dialogare con gli Angelucci, gli editori di Libero, grazie alla costante mediazione della deputata del Popolo della libertà Melania Rizzoli, intima di Feltri e grande amica degli imprenditori romani, in particolare con Antonio, patriarca della famiglia, alla Camera con il partito di Berlusconi.
Perché anche i ‘signori delle cliniche’, rivorrebbero Feltri a Libero, considerandolo un asso vincente, come raccontano a Roma. Solo che Belpietro, che oltre a essere direttore è azionista del giornale, non ne vuole sapere.
A sostenere la sua tesi ci sarebbe anche il management aziendale. «Questione di soldi», dicono dalle parti di viale Majno, la sede milanese del giornale fondato da Feltri.
Da diversi mesi, infatti, i redattori del quotidiano sono sotto contratto di solidarietà, in modo da far fronte alle crisi. Nonostante i tagli, necessari per il mancato introito dei fondi per l’editoria, le finanze dell’azienda continuano a non godere di ottima salute. Data la situazione generale, spiegare il ritorno del fondatore non sarebbe cosa facile.
E poi l’ultima volta che Belpietro e Feltri si sono lasciati, non lo hanno fatto in modo amichevole.
«Una vettura ha un solo volante e dunque non si può guidare in due», disse il direttore dopo la seconda uscita da Libero nel giugno del 2011, «ci siamo trovati nelle condizioni di quei due gentiluomini che davanti a una porta aperta fanno a gara su chi non debba entrare per primo, ‘prego, passi pure’, ‘ci mancherebbe altro, dopo di lei’, e intanto viene notte».
Di mezzo, però, ci sarebbero anche i numeri delle copie vendute. In proporzione, stando a quanto raccontano da viale Majno – ovviamente in forma del tutto anonima – Il Giornale di Alessandro Sallusti perderebbe più copie di quante non ne lasci sul terreno Libero.
Non solo. Feltri, nelle sue ultime uscite, ha dato l’impressione di aver rotto con Silvio Berlusconi. Una scelta di campo, quella del giornalista bergamasco, che non è affatto piaciuta a Daniela Santanché, compagna di Sallusti e titolare della società che gestisce la pubblicità de Il Giornale, nonché amazzone della prima ora del Cavaliere.
Da qui i motivi dell’ennesima rottura fra i due. Anzi, «fra i tre», sibilano nella sede de Il Giornale alcuni redattori di Sallusti.
Del resto fu proprio Feltri a paragonare il direttore del quotidiano di Berlusconi e Santanché a Olindo e Rosa. Quelli della strage di Erba.

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