Mario Orfeo, ex direttore del Tg2 e del Mattino, attualmente alla guida del Messaggero, proposto per il Tg1. Ma in cda non c’è unanimità. Si prevedono ricambi anche per la direzione delle tre reti generaliste. Si discute anche su un nuovo regolamento “interno” al cda. Arriva un monito da Sergio Zavoli, presidente della commissione Vigilanza: «Attenzione al pluralismo e all’equilibrio editoriale, soprattutto durante le prossime elezioni». Dal ministero dello Sviluppo un’idea per combattere l’evasione del canone: tassare ogni casa, con o senza tv. Intanto il presidente della Bbc, Chris Patten, si sfoga: «La tv italiana è tutta bunga bunga».
Luigi Gubitosi, dg Rai, ha proposto al Cda un corposo pacchetto di nomine. In primis c’è la nuova direzione del Tg1. Orfeo è il favorito per sostituire Alberto Maccari, già pensionato, alla guida del notiziario della rete ammiraglia. Orfeo sarebbe gradito anche a Mario Monti e a Pier Ferdinando Casini, il cui suocero, Gaetano Caltagirone, è proprietario de Il Mattino, testata già diretta, a suo tempo, da Mario Orfeo. Tuttavia non tutti i consiglieri sembrano essere concordi con la scelta di Gubitosi.
Alessio Butti, capogruppo del Pdl in commissione Vigilanza, ha sollevato un dubbio alla proposta del dg Rai: «Perché scegliere Orfeo che è un esterno?». In effetti la dirigenza Rai ha più volte dichiarato che avrebbe ottimizzato le risorse interne. La questione è stata sollevata anche da Giorgio Merlo, vicepresidente Pd in Vigilanza: «Bene la scelta. Ma che non sia una regola nominare gli esterni».
«È un ottimo professionista. Nel caso verrà nominato vi mando le cassette del Tg2 per valutarlo», ha risposto, a muso duro, Gubitosi.
La candidatura di Orfeo è ben vista anche dall’Usigrai. «Che il nuovo direttore riacquisti credibilità e autorevolezza», ha dichiarato il sindacato dei giornalisti Rai.
Diffidenze sulla figura di Orfeo arrivano però dai consiglieri del Pd, Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi.
Ricordiamo che in lizza per la direzione del notiziario dell’ammiraglia Rai c’erano anche Monica Maggioni, inviata della Tv di Stato (ritenuta, però, troppo vicina alle posizioni di Augusto Minzolini), e Marcello Sorgi, ex direttore del Tg1 e de La Stampa, di cui è tutt’ora editorialista.
Orfeo avrebbe avuto la meglio sulla concorrenza perché più giovane (classe 1966) e all’avanguardia nel settore dei nuovi media.
Ma il valzer di nomine non finisce qui. Anzi, a Viale Mazzini, potrebbe esserci un totale rimescolamento dirigenziale. Giancarlo Leone, attualmente alla direzione Intrattenimento, dovrebbe sostituire Mauro Mazza alla guida di Rai1. In tal caso l’ex direttore della rete ammiraglia passerebbe alla presidenza di Rai Cinema, dove qualcuno già lamenta un numero troppo elevato di ex-An. Ma c’è un problema. A Franco Scaglia, attuale presidente della controllata Rai per il cinema, il contratto scade ad aprile del 2013. E Mazza, dovrebbe quindi attendere qualche mese.
Inoltre Angelo Teodoli, già vicedirettore di Rai1 e ora a capo dei palinsesti, potrebbe assumere le redini di Rai2 al posto di Pasquale D’Alessandro. Quest’ultimo non rimarrebbe disoccupato. Egli è anche nella struttura pianificazione e controllo. Tuttavia per D’Alessandro potrebbe esserci anche la guida di un canale digitale. E per la direzione dei palinsesti sarebbe pronto Marcello Ciannamea, ora al reparto marketing.
Passiamo a Rai3. Il direttore Antonio Di Bella dovrebbe essere sostituto dal giornalista, attualmente conduttore di Agorà, Andrea Vianello. Di Bella tornerebbe a fare il corrispondente Rai da Parigi.
Dunque è in programma una “rivoluzione” dei piani alti. Gubitosi e il presidente Rai, Anna Maria Tarantola hanno dichiarato in commissione Vigilanza che le nuove nomine sono basate su «competenza, professionalità e sull’abbinamento delle caratteristiche singole alle esigenze dell’azienda».
Tuttavia la nomina che sembra “scottare” di più è quella di Orfeo. Alla vigila della campagna elettorale il direttore del Tg1 è un ruolo “chiave”.
Non a caso Sergio Zavoli, presidente della commissione Vigilanza, ha invocato una «maggiore attenzione al pluralismo e all’equilibrio rispetto al passato, soprattutto con la campagna elettorale alle porte».
«Controlleremo con attenzione. Anche se l’equilibrio è soggettivo, noi dobbiamo essere percepiti come oggettivi», ha controreplicato Gubitosi.
Comunque è bene precisare che spetterà al Cda il parere decisivo sulle “designazioni” proposte da Gubitosi. La scelta dei direttori di rete e dei tg rientrano tra le nomine editoriali. E queste ultime, come d’accordo con la dirigenza Rai alla vigilia della formazione della nuova governance, spettano al Cda.
In Consiglio di amministrazione si voterà anche sul nuovo regolamento “interno”. E le nuove norme sono tutt’altro che cavilli insignificanti. Il Cda, se passa il regolamento, non potrà, causa riservatezza dell’azienda, avere contatti con la stampa. Inoltre i consiglieri non potranno più convocare i dirigenti per conoscere le linee guida aziendali. Dovranno, invece, farne domanda scritta. E la risposta sarà inoltrata a tutti i membri del Cda.
Intanto dal ministero dello Sviluppo arriva un’ennesima proposta per combattere l’evasione del canone. Ricordiamo che la Rai perde 600 milioni di euro ogni anno. L’idea, di derivazione tedesca, è questa: tassare ogni abitazione, con o senza tv. Non si sa ancora se l’ipotesi si concretizzerà.
In effetti un modo per risollevare le casse della Rai bisogna trovarlo. Mai come in questo periodo la situazione finanziaria del servizio pubblico è grave. La perdita dell’esercizio del 2012 dovrebbe attestarsi sui 210 milioni. La Sipra, concessionaria per la pubblicità, dovrebbe chiudere con una raccolta di 730-750 milioni (mentre nel biennio 2007-2008, stando ai dati del Sole 24 Ore, si attestava sui 1,2 miliardi). E nel 2013 il mercato degli spot televisivi dovrebbe contrarsi di un ulteriore 5%. Ma Gubitosi non rinuncia a sperare in un pareggio di bilancio per il prossimo anno.
E tanto per non farsi mancare nulla a Viale Mazzini è arrivata una staffilata dal presidente della Bbc, Lord Chris Patten: «Chiunque ci tratti come spazzatura [riferendosi alle critiche ricevuta per la sua emittente, ndr] dovrebbe essere obbligato a guardare la tv italiana, francese, tedesca o americana. Se volete la tv con il bunga bunga e con il primo ministro che decide i vertici, allora accomodatevi».
Ecco una motivazione in più per cambiare le cose.