Si è svolto stamattina a Roma il convegno organizzato da Mediacoop, Fnsi, Comitato per la libertà e il diritto alla informazione, alla cultura e allo spettacolo, Articolo21, Slc-Cgil, Fisc, Agci, Confcooperative Federcultura, File ed Uspi sul tema del pluralismo e delle tecnologie legate all’informazione.
Un intervento complessivo, più ampio di quanto prefigura la Delega per la riforma dell’editoria che è in discussione alla Camera. Lo ritiene necessario il presidente di Mediacoop, Primo Salani, perché “l’editoria è in una situazione di transizione tecnologica, contenutistica, di ruolo e in un mercato con derive che se non corrette mettono in discussione il pluralismo e il contributo fondamentale che l’editoria e l’informazione devono recare alla democrazia del paese”.
Le considerazioni e le perplessità a proposito del testo della riforma dell’editoria sono state avanzate nel corso dell’intervento di apertura dell’assemblea tema “La riforma del l’editoria tra tecnologie e pluralismo”, in corso presso l’hotel Nazionale a Roma, organizzata da Mediacoop, Federazione nazionale della stampa italiana, Cgil, Articolo 21, Confcooperative, Sindacato dei lavoratori della comunicazione, Uspi, Agci e Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo.
In sintesi, il presidente di Mediacoop ha chiarito che la riforma dovrebbe definire con chiarezza il prodotto editoriale, tenendo conto di tutte le nuove forme di produzione dell’informazione; sostenere la riqualificazione professionale e favorire i processi di uscita delle professionalità non riconvertibili; favorire e garantire la figura dell’editore puro. Un punto particolarmente delicato dovrebbe inoltre riguardare la pubblicità, prevedendo il riequilibrio del mercato, riducendo i tempi disponibili e costruendo efficaci forme di controllo e penalizzazione degli sforamenti.
Il segretario generale dell’Fnsi, Franco Siddi, ha invece posto l’accento sulla necessità di “sostenere il credito dell’editoria attraverso l’introduzione del credito d’imposta e favorendo l’occupazione qualificata e stabile anche attraverso incentivi e sgravi. Chiediamo al sottosegretario Peluffo di riceverci – ha concluso Siddi – ascoltare le nostre richieste e portare le nostre istanze in Consiglio dei ministri”.