Sull’Unita’ un articolo sui possibili risvolti media: Un’alleanza, un matrimonio tra la Stampa e il gruppo Rcs Mediagroup, la creazione del più grande polo di quotidiani, con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello sport.È l’ipotesi che nasce tra le pieghe del piano di ristrutturazione di via Solferino e il prossimo aumento di capitale di Rcs che potrebbe riaprire la battaglia per il controllo della società. Dopo l’idea di fusione tra Intesa SanPaolo e Unicredit, sull’asse Torino- Milano il capitalismo italiano valuta un’altra ipotesi clamorosa.
I promessi sposi, si sa, non sempre convolano a nozze. Ma spesso il lungo fidanzamento, d’amore o d’interesse, può portare lontano e rendere felici. Nel mezzo di una crisi che pare non voler finire mai, con un capitalismo tricolore che fatica a stare a galla tra difficoltà interne, sfide internazionali e anche qualche rissa, emergono ipotesi, idee, anche progetti che in condizioni normali nessuno avrebbe mai osato proporre, né tantomeno discutere.
Ma l’emergenza e i suoi effetti destabilizzanti possono aprire prospettive impreviste. Sull’asse Milano-Torino, sul quale già nei giorni scorsi è stata buttata lì la “bomba” di una possibile fusione tra Intesa SanPaolo e Unicredit, in questi giorni si sta parlando di un matrimonio editoriale che cambierebbe il panorama italiano dei mezzi di informazione e rappresenterebbe una rivoluzione, o forse l’avvio di una nuova restaurazione dipende dai punti di vista, nel potere capitalistico dei media.
In mezzo ai lavori in corso per la riorganizzazione di Rcs Mediagroup, è spuntata un’idea, quasi una provocazione: ma perchè non mettiamo insieme la Stampa degli Agnelli e il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, perchè non accorpiamo in qualche modo i due gruppi e creiamo il maggior polo editoriale nazionale, leader nei quotidiani, con una vocazione internazionale, una presenza forte nei libri, nella pubblicità, nei nuovi media?
La discussione, che non ha mai trovato conferme ufficiali, è inizialmente partita dal fronte pubblicitario. Viste le enormi difficoltà del mercato è stata ipotizzata prima l’unione tra la Publikompass, agenzia de la Stampa e di altre testate minori, e le attività di pubblicità della Rcs. E poi il discorso, puramente informale che non è finora arrivato all’ufficialità di un consiglio di amministrazione, è diventato più impegnativo, quasi un risiko del potere finanziario e industriale privato attorno ai grandi giornali di informazione.
I protagonisti sono quasi sempre gli stessi. Gli eredi Agnelli e la Fiat hanno la Stampa e sono azionisti rilevanti da lungo tempo di Rcs Mediagroup. Gianni Agnelli si prese il Corriere all’inizio degli anni Ottanta, quando via Solferino era inquinata dalla P2 e vicina al fallimento per la conduzione di Tassan Din e del giovane Rizzoli. Per evitare di apparire troppo invadenti Agnelli ed Enrico Cuccia diedero una spolverata alla finanziaria Gemina, la aprirono a qualche fedele e spesso inutile alleato, e ci misero dentro la quota di controllo del Corriere.
Per la verità i milanesi spesso sono rimasti delusi del comportamento della Fiat in città e solo una memoria che funziona a rate può aver fatto dimenticare i pasticci dei predecessori di Sergio Marchionne alla Rinascente o all’Alfa di Arese. Col tempo il salotto è stato allargato. Si sono presentati nuovi e coraggiosi investitori come il neopadrone del San Raffaele, Giuseppe Rotelli, Diego Della Valle persino i progressisti Benetton, che stanno però fuori dal patto di sindacato che controlla il gruppo con oltre il 65% del capitale, ma la sostanza dei fatti non è cambiata. Torino e Mediobanca hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo alla Rizzoli e al Corriere.
Ora Rcs Mediagroup è alla vigilia di una radicale ristrutturazione che dovrebbe dovrebbe realizzarsi con un aumento di capitale tra i 400 e i 500 milioni di euro, una ridefinizione del perimetro di attività con la difesa e il rafforzamento dei quotidiani e il netto ridimensionato dei periodici, e investimenti sul web e i nuovi media.
Il nuovo amministratore delegato Pietro Scott Jovane sta lavorando al piano industriale che sarà varato in dicembre e ieri ha informato i consiglio delle ultime novità. I conti sono ancora in rosso, Rcs ha perso 380 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno i ricavi sono calati a 1,3 miliardi e il debito è pari a 875,6 milioni. Davanti alla sede di Rcs hanno manifestato i giornalisti dei periodici contro le ipotesi di tagli e hanno chiesto la solidarietà dei loro colleghi dei quotidiani. I numeri che circolano del piano di Scott Jovane non sono per nulla rassicuranti, ma bisogna attendere l’ufficialità.
L’ipotesi di alleanze o di un matrimonio editoriale tra Torino e Milano nasce, dunque, nelle pieghe di questo passaggio delicato per l’editoria italiane anche per grandi gruppi come la Stampa e Rcs. Le idee su come collaborare o sposarsi sono tante e non manca la fantasia ai protagonisti di questa partita. Marchionne, nella sua ultima intervista al Corriere, ha chiesto alla giornalista Raffaella Polato che lo intervistava un consiglio se sottoscrivere o meno l’aumento di capitale Rcs. La Fiat certo lo farà se sarà soddisfatta del nuovo piano industriale. Ma in questa occasione può succedere di tutto.
L’aumento di capitale potrebbe scatenare nuovamente la battaglia sul controllo, potrebbe essere l’occasione per cambiare gli equilibri tra i soci ben prima della scadenza del patto di sindacato del 2014. Una modifica dei rapporti di forza nel capitale, un’alleanza più compiuta tra la Stampa e Rcs, pur nel rispetto delle autonomie delle prestigiose testate, sarebbero novità rilevanti, con un forte impatto politico e sulle concentrazioni editoriali.
L’ipotesi di un matrimonio, a ben vedere, non è poi così peregrina e qualche preparativo c’è già stato. In casa Agnelli la società editoriale Itedi è stata incorporata nella Editrice la Stampa. Dall’inizio del 2012, poi, la Stampa e Rcs hanno un accordo industriale che prevede la produzione del quotidiano di Torino per l’Italia del Nord nella tipografia Rcs di Pessano, alle porte di Milano, e la produzione della Gazzetta dello Sport per il Nord Ovest nello stabilimento del quotidiano degli Agnelli a Torino. Se son rose…