PEUPLE VALDÔTAIN: GRANDE SOSTEGNO PUBBLICO, MA I CONTI NON TORNANO

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Quando si parla di costi dell’apparato politico spesso non si considerano i contributi pubblici all’editoria di partito, essenziali invece per la sopravvivenza stessa degli organi informativi delle diverse forze.In Valle pressoché tutti i partiti hanno un loro organo di informazione e quelle rappresentate in Consiglio regionale – il Pdl, il Pd, Alpe, la Stella Alpina e la Féderation autonomiste – godono dei benefici della legge regionale dell’editoria che concede contributi per il 50% delle spese documentate al lordo degli oneri fiscali, con un importo annuo che non può superare i 35.000 euro.

Situazione in parte diversa quella dell’organo dell’Uv, che, fatti un po’ di conti, risulta il più “foraggiato”. Il Peuple è un settimanale di 8 pagine a colori, esce in 48 numeri all’anno ed è stampato e diffuso in 10mila copie. Dallo Stato incamera un contributo annuale, sulla legge nazionale, la 250 del 1990, perché ha un suo rappresentante in Parlamento. L’aiuto ammonta a 260mila euro circa per il 2011.

Ma non finiscono qui i soldi pubblici di cui beneficia. Al contributo statale, vanno aggiunti i 144 mila euro circa che il gruppo in Consiglio regionale dell’Uv ha scelto di destinare al sostegno dell’organo del mouvement e alla sua diffusione sul territorio. Totale? Quattrocentomila euro o poco meno che entrano nelle casse de “La Nouvelle editrice”, la società editrice. Una cifra considerevole: è come se ogni mese, il Peuple potesse contare su 33 mila euro per redigere e stampare il suo giornale.

Eppure ia ben guardare i bilanci della società editrice il sostegno pubblico sembrerebbe non sufficiente a garantire la “floridità” dell’azienda: da alcuni anni a questa parte, infatti, i bilanci registrano perdite di esercizio significative. In particolare il 2011 la perdita è di 217mila euro, mentre nel 2010 arrivava a 270mila.Il risultato negativo si spiega in parte con il modo di contabilizzare i contributi statali, che finiscono in un fondo di riserva, nello stato patrimoniale, e vengono utilizzati a copertura delle perdite.

E’ comunque indubbio di come i costi siano decisamente elevati soprattutto se rapportati ai ricavi, poco più di 197 mila euro (di questi 144 mila arrivano dal gruppo regionale). Le uscite superano quota 500 mila euro di cui 165mila euro per la stampa del giornale, 55mila euro per le spedizioni, 124 mila per il personale, 76mila per l’acquisto di servizi, tra cui 19.400 è l’ammontare dei compensi per gli amministratori della società.

Tra le spese rientra anche il pagamento del canone, 80mila euro all’anno, per l’acquisto della sede. Una signora sede, verrebbe da dire, visto il peso annuale sul bilancio, e per cui la società ha potuto a suo tempo beneficiare delle agevolazioni fiscali della legge Tremonti. “Per acquistare la sede abbiamo fatto un leasing che si è chiuso in questi giorni, ora siamo a tutti gli effetti i proprietari: è stata una scelta imprenditoriale che ci permette sin d’ora di non avere dei costi di locazione per la sede” spiega Jean Barocco, amministratore della Nouvelle editrice, che riporta così l’accento sulla solidità del patrimonio societario.

“Il nostro è uno dei pochi bilanci certificati annualmente da una società di revisione esterna e abbiamo sempre ricevuto i complimenti da parte del Dipartimento dell’editoria nazionale”. sottolinea ancora Jean Barocco. “Certo si può sempre risparmiare” si lascia anche scappare l’amministratore.

Barocco però, non nasconde le preoccupazioni per il prossimo futuro quando, nel 2014, entrerà in vigore la riforma dell’editoria che taglia drasticamente i contributi all’editoria di partito. “Da Unionista mi dispiace, ma se non ci saranno le risorse, non uscirà più il Peuple: su questo è l’Union che deve decidere”.

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