IL SINDACO TIENE D’OCCHIO FACEBOOK E MINACCIA QUERELE AL FULMICOTONE

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È il sindaco Pd di Riccione, Massimo Pironi, che stufo di essere persistente oggetto, insieme ai suoi assessori e a larga parte dei dirigenti comunali, di virulenti attacchi, (alcuni dei quali sembrano oggettivamente lambire il limite della offesa), che una nutrita quanto informata schiera di cittadini riserva loro su Facebook, ha fatto approvare una apposita delibera di giunta, la n. 367 del 27 settembre 2012, che lo autorizza ad «adottare tutte le misure necessarie a tutelare la personalità morale e l’integrità professionale dei prestatori di lavoro oltre che dei propri amministratori del Comune di Riccione».

Garantendo a tutti loro una speciale tutela legale che permette di utilizzare anche avvocati esterni all’amministrazione per valutare le dichiarazioni dei cittadini contestatori che appariranno su Facebook e altri social network e per dare su di esse un parere sul grado di lesività penale, al fine di essere convenientemente tutelati in una possibile fase giudiziaria.

«Sempre più spesso nei forum e nelle bacheche dei principali social network, Facebook in particolare, la gravità di alcune affermazioni», ha dichiarato in una nota il sindaco di Riccione, «travalicano il legittimo diritto di critica politica e attribuiscono all’amministrazione nel suo complesso, nonché ai dirigenti e ai dipendenti dell’ente, atti, fatti e comportamenti che possono essere lesivi della loro dignità, dell’onore, della integrità morale e della professionalità e che conseguentemente possono possedere i contenuti della diffamazione a mezzo stampa (art. 595 e 596 bis c.p.) nonché portare discredito all’Ente Comune e alla sua immagine».

A Riccione, dunque, Enzo Castellani, il dirigente dell’ufficio legale del Comune, avrà il compito di verificare, con la possibilità di fare ricorso all’ausilio di avvocati specializzati, se nei post di commento e di protesta, se nelle tantissime conversazioni e opinioni che i cittadini di Riccione, si scambiano su Facebook, vi siano i presupposti per procedere ad una eventuale querela per diffamazione, e in caso di esito positivo, avrà il compito di procedere senza indugio a presentare la querela. Non basta. Il primo cittadino va giù a muso ancora più duro tanto da sostenere che deciderà di volta in volta se e quando «costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale nei confronti dei soggetti querelati che la magistratura dovesse individuare nel corso delle indagini, laddove si ravvisi danno all’immagine del Comune». I riccionesi sembrano essere più che sorpresi, perplessi e molto indignati da questo autorevole tentativo di mettere il bavaglio alle loro critiche all’amministrazione.

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