JULIE ITALIA, PARLA IL DIRETTORE LIVIO VARRIALE

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L’autunno caldo dell’editoria locale è appena iniziato.
In seguito alla decisione del Consiglio di Stato di azzerare il regolamento sulla numerazione delle emittenti locali, l’attesa per il “toto-numero” cresce sempre più.
Gli editori si interrogano sul futuro che li attende.
Un futuro che si delineerà più chiaramente con l’adozione del nuovo piano di numerazione che avverrà entro i 180 giorni dalla data di avvio della consultazione pubblica, attualmente in corso.
Editoria.tv affronta il tema partendo dalla Campania, terra tra le più inflazionate in quanto a tv locali e tra le più colpite, finora, dalla crisi economica, con riflessi pesanti proprio sul settore editoriale.
La parola passa quindi agli editori.
E dopo Riccardo Romano, direttore di Canale Otto, e Giovanni Tajani, editore di Televomero, tocca oggi a Livio Varriale Direttore Editoriale di Julie Italia, emittente regionale che con i con i suoi tre portali d’informazione (Julie News, Teletorre e Settimana Azzurra), è protagonista indiscussa dell’informazione sul web, e dirà la sua sullo stato di salute in cui versano le tv della Terra Felix.

– Julie News punta molto sulla “tempestività dell’informazione”.
Quanto è coadiuvante il supporto tecnologico in questo caso?

“Una buona informazione va indubbiamente di pari passo con un valido appoggio tecnologico.
Noi di Julie News siamo stati tra i primi ad investire in maniera effettiva sui nuovi media ed il portale ne è la prova.
Sempre in questa direzione deteniamo anche un altro primato: siamo tra gli unici a disporre di un sistema video on demand che non si appoggia ad altre piattaforme social; una scelta che nasce dall’esigenza di non sentirci mai ospiti in casa di altri”.

– Temete eventuali rischi connessi alla promiscuità tecnologica?

“Spesso le piattaforme tecnologiche possono rivelarsi un’arma a doppio taglio e purtroppo lo abbiamo capito a nostre spese.”

– Cosa intende dire?

“Di recente abbiamo subito un attacco informatico alle pagina Facebook e Twitter della nostra emittente, in seguito al quale abbiamo subito sporto denuncia per furto della proprietà aziendale e violazione della privacy”.

– Cosa mette in luce questo spiacevole episodio?

“Un vero e proprio nervo scoperto.
La vicenda, infatti, dimostra, a mio avviso, quelle che sono le criticità delle piattaforme social, prima fra tutte la totale mancanza del personale addetto ai controlli di sicurezza, tanto a tutela delle aziende che dei singoli” .

– Come si presenta il palinsesto di Julie News, a livello di contenuti ?

“Nel nostro palinsesto televisivo trova largo spazio l’informazione ma ampio riguardo è riservato anche al mondo della cultura ed a quello dello spettacolo con uno sguardo sempre attento sul mondo politico di cui seguiamo gli appuntamenti elettorali.
Puntiamo, inoltre, a fornire un tipo di servizio quanto più esaustivo e non abbiamo paura di andare a toccare anche quelle che sono le problematiche proverbialmente più delicate” .

– Ad esempio?

“Attraverso la nostra rete, abbiamo affrontato e denunciato il caso delle infiltrazioni camorristiche all’interno di alcune tv private.
Ancora: ci siamo occupati dello scandalo dei falsi invalidi, tutti scoop che hanno avuto una vasta eco a livello nazionale” .

– Ci saranno nuovi programmi nella prossima stagione?

“ Sì, il nostro palinsesto si arricchirà di nuovi programmi come “Curriculum”, uno spazio di approfondimento sulla crisi lavorativa dei giovani che proverà ad affrontare l’argomento con toni più leggeri.
Nello stesso tempo stiamo lavorando alla messa in onda di un programma dedicato alla buona cucina, con Patrizio Rispo” .

– A suo giudizio, ci sono i presupposti per una sana competizione nell’affollato panorama editoriale campano?

“Per alcuni versi i presupposti ci sono, ma per altri versi la strada è ancora lunga.
La situazione attuale, infatti, è quella, per l’appunto, di un sovraffollamento di emittenti, derivante dall’introduzione del digitale terrestre.
Si è andata così a creare un’alterazione del mercato con conseguente svalutazione del settore pubblicitario e questo mina le basi della sana competizione” .

-Ai telespettatori vi presentate come una rete “giovane e fresca”. Sono caratteristiche che cercate anche tra i vostri collaboratori?

“Certamente, i giornalisti che compongono la nostra redazione si distinguono per uno spiccato senso di autonomia e vengono formati per poter espletare al meglio sia le funzioni di video editing che quelle redazionali.
Avvalersi di persone valide è il primo passo per offrire ai telespettatori un prodotto di qualità” .

– Cosa accomuna la trasmissione cosiddetta “locale” delle varie emittenti regionali?

“Quello che accomuna le tv locali è sicuramente l’obiettivo economico, che viene perseguito con lo strumento delle televendite.
Una necessità, quella di far cassa con le televendite, che però non gioca sempre a discapito della qualità dei contenuti.
Personalmente noi cerchiamo di fare attenzione anche alla qualità delle televendite, con l’introduzione di prodotti che possono risultare più accattivanti per il telespettatore.
In più avendo sedi anche a Salerno, Caserta e Benevento, cerchiamo di fare una programmazione rivolta a tutta la regione Campania andando, così, oltre l’impostazione prettamente Napolicentrica” .

– E cosa manca, invece, a livello di contenuti?

“La pecca di molte emittenti è quella di offrire un palinsesto televisivo che si attesti esclusivamente su contenuti poco stimolanti per il pubblico, come può essere, ad esempio, la trasmissione di vecchi film e soap operas.
Tutto, però, dipende dall’uso che si fa dei soldi pubblici.
Noi cerchiamo di sfruttare il contributo pubblico per ampliare la gamma della programmazione con produzioni dal livello culturale discreto e con uno stile diretto” .

-La pratica delle interviste a pagamento sembra aver sollevato un autentico polverone. Polemiche a parte, chi e quanto è responsabile di questa condotta poco professionale?

“I furbi esistono da sempre e quella della corruzione non è una realtà solo italiana, ma presente a livello globale”.

– E se toccasse a un giornalista della sua redazione macchiarsi di una “pratica” simile?

“Nessun dubbio.
Personalmente se dovessi riscontrare l’esistenza di un simile malcostume anche all’interno della mia redazione, questo sarebbe certamente un valido motivo per allontanare il colpevole” .

-A seguito della sentenza Lcn, l’Agcom ridefinirà l’ordine automatico dei canali televisivi. La consultazione pubblica appena iniziata, si concluderà tra 30 giorni.
Cosa vi aspettate in merito?

“Sull’argomento credo siano necessari alcuni chiarimenti”.

-Per iniziare?

“Innanzitutto sarebbe opportuno rendere noto il destino di quanti hanno deciso di rottamare la propria azienda.
Bisogna capire se questi soggetti potranno accedere all’assegnazione della numerazione, e se sarà possibile a quali condizioni.
Ma soprattutto: coloro che si reinseriscono nel mercato come nuovi soggetti, anche se tali non sono, potranno, poi, avere la concessione di fornitori di contenuti con un lcn basso?
Mi piacerebbe ricevere delle risposte esaustive a questi interrogativi” .

– E’ d’accordo sui criteri individuati dall’Agcom per l’assegnazione delle frequenze?

“Uno dei criteri per l’assegnazione numerica è quello dell’audience, ma diverse sentenze hanno dimostrato che l’Auditel non garantisce una corretta rilevazione dei dati d’ascolto.
Sarebbe opportuno, invece, adottare strumenti di rilevazione sul modello di Google Analytics o disporre in modo concreto il sistema del canale di ritorno, attraverso cui l’utente può mettersi in contatto con il fornitore di servizi, dando così luogo a fruizioni di tipo interattivo” .

– Come avviene a livello pratico quest’azione?

“Basta collegare il cavo del decoder al telefono, in modo tale si rendono attive al 100% le funzionalità del decoder.
In Finlandia, ad esempio, il canale di ritorno è uno strumento molto utilizzato mentre in Italia incontra ancora non poche resistenze” .

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