Login approval: è questo il nome della procedura di sicurezza adottata da Facebook per bloccare i cosiddetti pirati di account, cioè tutti coloro che si iscrivono al social network con profili fasulli. Il meccanismo prevede che gli utenti forniscano una password, da usare una sola volta, inviata via sms al loro numero di telefono cellulare, quando si collegano al proprio account da nuovi dispositivi. Il problema sta nel cosiddetto database di ricerca inversa, il sistema utilizzato da Facebook per memorizzare i dati, che permette di risalire alle generalità di un utente a partire dalle informazioni da lui inserite, come, appunto, il numero di telefono: in altre parole, finora era possibile inserire un numero di telefono sconosciuto e ottenere il nome del possessore. Ma un portavoce di Facebook ha annunciato che i tecnici stanno lavorando a un sistema che permetterà agli utenti che scelgono di utilizzare il meccanismo del login approval di decidere se essere presenti o meno nel database di ricerca inversa. La questione è emersa a seguito di un post apparso sul blog Alert Logic, che si occupa di tematiche legate alla privacy e alla sicurezza online. Un informatico ha creato un programma che, tramite un ciclo di interrogazioni al database di Facebook, è in grado di identificare e memorizzare decine di migliaia di utenti a partire dal loro numero di telefono. La prima reazione di Palo Alto è stata quella di limitare il numero di richieste che un singolo account può inviare in un dato periodo di tempo; tuttavia, anche così, il ricercatore ha mostrato di essere in grado di estrarre 300 nominativi prima che il suo account venisse bloccato per 24 ore. A questo punto, è arrivata la scelta più radicale: permettere agli utenti di cancellare il proprio numero di telefono dalla banca dati. Un periodo di grandi innovazioni per il social network, insomma: è solo di pochi giorni fa l’annuncio dell’inserimento del pulsante Want, per entrare nel mondo dell’ e-commerce. E con questa novità si è tornato, ancora una volta, a parlare di privacy, il tema che da sempre è stata la spina nel fianco del colosso di Palo Alto.
Luana Lo Masto