La crisi dell’emittenza televisiva locale continua a mietere vittime. Sono undici i licenziati di VideoUno, emittente televisiva nata da una costola di Video Mediterraneo, di cui è editrice Graziana Carpentieri, figlia di Enzo e nipote di Carmelo, editore di Video Mediterraneo.
Il default di VideoUno fa meno notizia di quello della sorella maggiore, perché meno radicata e più giovane, ma i dati sui licenziamenti sono preoccupanti alla stessa stregua. Se i licenziati di Video Mediterraneo sono ventidue, quelli di Video Uno sono undici, tra giornalisti e tecnici. Poiché l’azienda televisiva ha meno di quindici unità, non scattano gli obblighi di contrattazione e concertazione sindacale. Dal 27 gennaio scorso è in atto il regime di cassa integrazione al 50% per i dipendenti, e fra essi la stessa editrice, cassa che sarebbe stata approvata ed accettata il mese scorso e i cui emolumenti non sono stati comunque percepiti dai dipendenti. Altra nota dolente gli stipendi. L’arretrato non percepito risale talvolta al mese di maggio, talaltra addirittura al marzo 2012. Un’azienda piccola, che ha acquistato un’autonomia gestionale ed editoriale solo negli ultimi due anni, da quando i fratelli Enzo e Carmelo Carpentieri hanno scelto strade imprenditoriali diverse, ma non certo ininfluente, per la storia che ha nell’ipparino (dove è radicata da tredici anni, da quando cioè il gruppo editoriale Video Mediterraneo aprì la sede a Vittoria) e a Modica. Fatto sintomatico, la sede di Vittoria non esiste più. Tutto viene montato e gestito in post produzione dalla centrale operativa di Modica, che ha sede nella porta a fianco di quella di Video Mediterraneo. Alla famiglia di Enzo Carpentieri, nella divisione di fatto del gruppo editoriale, è toccata, oltre a Video Uno, anche Radio Mediterraneo, pilastro dell’informazione e dell’intrattenimento radiofonico provinciale. Qui lavora una unità giornalistica. Allo stato Video Uno consta di un giornalista e due tecnici e di una segretaria di produzione. Radio Mediterraneo di una giornalista. La scelta consente di mantenere in vita la testata giornalistica. Video Uno, nella spartizione della torta delle frequenze del digitale terrestre, non ha partecipato ad associazioni d’impresa che le consentissero di ricevere l’assegnazione di un canale, ragion per cui ha trasmesso su un canale prestatole dalla consorella maggiore Video Mediterraneo e ha lo status giuridico di operatore di servizi. E’ in grado cioè di produrre servizi televisivi, ma non può trasmetterli in autonomia.
La crisi del mercato pubblicitario locale, la complessità dell’accesso al sistema dei contributi pubblici per l’editoria televisiva, che vanno peraltro incontro alla spending rewiev, il successo di internet come media che ha messo in ginocchio prima la carta stampata e ora anche la televisione, hanno determinato, e non solo in Sicilia, un grande disorientamento del mercato editoriale, cui contribuisce forse la confusione dettata dall’avvento del digitale terrestre.
Fatto paradossale, mentre le facoltà di scienze della comunicazione sfornano nuove leve che si affacciano con entusiasmo nel mercato del lavoro, lo stesso mercato espunge professionisti trentenni, che, con meno di dieci anni di attività, si trovano disoccupati, e, in alcuni casi, senza alcuna alternativa possibile.