Nella società tecnologica e ossessivamente “on-line” in cui viviamo, il concetto di privacy ha vissuto continue evoluzioni, quasi inimmaginabili allo stesso legislatore quando sfornò la prima normativa sulla protezione dei dati personali nel 1996. Ad esempio, è ultimamente in aumento, anche attraverso certi social network, l’utilizzo di sistemi di geolocalizzazione che, più o meno consapevolmente, consentono a terzi di conoscere ogni nostro piccolo spostamento, mentre portiamo tranquillamente in tasca la spia, che altro non é che il nostro cellulare. Ma, anche con la rapida diffusione del “cloud-computing”, mentre ci affanniamo a capire come saranno utilizzati i nostri dati personali, dovremmo cominciare a domandarci anche dove vanno a finire.
Per fortuna qualcosa negli ultimi anni si è smosso, grazie soprattutto alla Comunità Europea che il 25 gennaio ha presentato l’impianto di un nuovo Regolamento Europeo sulla privacy, che, terminato il suo iter legislativo, sarà direttamente applicabile nei 27 Stati membri (entro il 2014) senza necessità alcuna di legiferare da parte dei singoli Governi. Questi infatti dovranno occuparsi solamente di far rispettare le nuove regole.
Sotto questo aspetto, ci attende una legge sulla privacy immodificabile autonomamente, sulla quale nessuno Stato membro UE potrà decidere da solo di apportare interventi per semplificare o inasprire la materia, a seconda degli orientamenti politici dei Governi che, negli anni, si succederanno.
Con il Regolamento Europeo arriveranno, inoltre, nuove tutele e nuovi diritti per gli interessati al passo con i tempi. Ad esempio, sarà introdotto esplicitamente il diritto all’oblio: per motivi legittimi, ogni persona potrà, finalmente, richiedere la cancellazione dei propri dati in possesso di terzi. Questo accadrà, per esempio, on-line, quando un utente farà eliminare i propri dati detenuti da un social network o altro servizio web. Non è poco, dato che, di fatto, la prassi oggi è che questi operatori continuino a conservare i dati dei loro utenti vita natural durante. Più in generale, gli interessati avranno diritto alla massima trasparenza e ad essere compiutamente informati su ogni trattamento dei loro dati personali, anche quando associato a complesse ed articolate filiere di sub-appalto (si pensi appunto, al caso del cloud computing) Inoltre, si provvederà espressamente a proteggere i dati dei minori: almeno in questo, la UE sembra avere imparato qualcosa dalla privacy d’oltreoceano.