Fumata nera per il Pdl. La Conferenza dei Capigruppo ha detto no alla calendarizzazione del disegno di legge sulle intercettazioni. Ciò significa che la legge non rientrerà nell’ordine del giorno dei lavori previsti alla Camera nel mese di settembre. Fallisce, quindi, la soluzione prospettata dal Pdl nel vertice tenutosi mercoledì sera a Palazzo Grazioli. Fabrizio Cicchitto accetta il fallimento, ma non si arrende: “Ammetto che siamo in una situazione di stallo. La nostra idea non ha ricevuto consensi, ma ci riproveremo”.
Il Pd, che aveva già manifestato la sua ostilità in seguito alla proposta avanzata da Cicchitto, ha espresso la sua contrarietà anche durante la Conferenza. Il responsabile giustizia dei democratici, Andrea Orlando, paragona in termini di utilità il ddl intercettazioni alla legge anti-corruzione, riferendosi a quest’ultima come ad una proposta cruciale per il funzionamento della pubblica amministrazione. Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, afferma che non c’è intesa sull’iniziativa del Pdl, ricordando che per approvare la proposta di un gruppo occorre l’unanimità, o in alternativa una decisione del Presidente della Camera .
Uno stato dal quale si è ben lontani, dal momento che anche la Lega Nord, antica alleata del Pdl, ha votato contro la calendarizzazione della legge. Ed è improbabile che Gianfranco Fini , di sua iniziativa, decida di portare le intercettazioni in Parlamento. C’è di più: Franceschini afferma che il Pdl è l’unico partito ad essersi opposto ad un provvedimento per risolvere la questione degli esodati. Insomma, sembra in atto una spaccatura nella maggioranza che sostiene il governo Monti. A proposito di governo, è di poche ore fa una dichiarazione del ministro dell’Interno Cancellieri, che ha parlato delle intercettazioni, definendole “fondamentali, ma di difficile gestione”.