«Offro il caffè a tutti ma non vi dico una parola…». E via col codazzo di giornalisti al seguito. Poi si fermava in un altro angolo a cercare riparo facendo finta di rispondere al telefono: «Oh, ma sei terribile con le tue domande…» e via di corsa verso una nuova improbabile fuga dai videoreporter. Protagonista sempre lei: la consigliera della regione Lombardia, Nicole Minetti. Dopo aver deciso di restare in politica perché stima troppo Berlusconi, la moderna dottor Guido Tersilli, che come il mitico personaggio interpretato da Alberto Sordi, veniva seguita dai flash fino alla porta della toilette, dentro le stanze del Pirellone non dovrà più inventarsi di rispondere al telefona per seminare i giornalisti. Da giovedì, visto che la Minetti rimarrà in consiglio ancora per chissà quanto tempo (secondo l’opposizione fino a quando maturerà il vitalizio: a ottobre), grazie ad un provvedimento, che i più denunciano tagliato ad personam, vigeranno le nuove regole di accesso per la stampa al Consiglio regionale della Lombardia. Regole che consentiranno alla Minetti di prendere un caffè in solitaria.
NIENTE FOTO – Infatti, pur in maniera sperimentale, sarà «applicato più rigore rispetto al passato», per evitare la ressa alla buvette, come è accaduto di recente con l’inseguimento dei consiglieri di volta in volta oggetto della curiosità della stampa (Nicole Minetti e Renzo Bossi). L’ufficio di presidenza ha deciso di vietare foto e riprese tv (ma anche coi telefonini) alla buvette e, dunque, nelle aree in cui sostano i consiglieri regionali nella pause della seduta: i fotografi e i cameramen dovranno rimanere al piano superiore rispetto all’aula, riprendendo gli arrivi da un’area riservata. Per le riprese dei lavori saranno invece collocati dove finora stava solo il pubblico.
NON PIU’ TOLLERABILE – «Visti gli eventi che sono accaduti negli ultimi mesi – ha spiegato il presidente del Consiglio, Fabrizio Cecchetti – ho ritenuto di intervenire per migliorare il regolamento con un preciso obiettivo: permettere a tutti i giornalisti di fare il proprio lavoro, a chi fa politica di fare politica e a chi lavora nel palazzo di lavorare». La modifica al regolamento risale alla fine del mese di luglio, e questo serve a Cecchetti per garantire che non si tratta di una scelta «a favore» di qualcuno, come la consigliera del Pdl Nicole Minetti che ha annunciato di non volersi dimettere e che è fra le più inseguite durante i lavori del Pirellone. Del resto i casi giudiziari in Consiglio regionale sono stati molti, alcuni hanno suscitato particolare attesa nella stampa – basti citare oltre al caso Minetti, quelli di Filippo Penati (Pd, ora al gruppo Misto) e di Davide Boni (Lega) – e spesso si è creata tensione con chi era a caccia di una dichiarazione. «La situazione non era più tollerabile», sostiene Cecchetti, che comunque assicura «disponibilità a ogni modifica necessaria» e lancia un appello «al buon senso di tutti, a partire dai politici, soprattutto quelli che cercano di fare passerella».
L’ORDINE DEI GIORNALISTI – Letizia Gonzales, presidente dell’ordine dei giornalisti della Lombardia ricorda che non si tratta della prima volta che per via della Minetti siano sorte delle «barriere» per i giornalisti. «È un provvedimento sconcertante quello che per tutelare una persona proibisce a tanti giornalisti di fare il proprio lavoro. Sicuramente una decisione esagerata. Speriamo ci ripensino».