“Niente strappi, niente forzature”. Mario Monti è stato chiarissimo. Lo ha ribadito venerdì mattina, parlando con i suoi ministri per mettere a punto il “cronoprogramma” delle misure varate dall’esecutivo. Lo ha confermato giovedì pomeriggio, parlando al telefono con il Capo dello Stato per esprimere a Napolitano la solidarietà dell’intero governo di fronte al “ricatto” politico-mediatico al quale è stata esposta la più alta istituzione repubblicana. “Le intercettazioni telefoniche sono uno dei temi in agenda, ma in questo momento il governo non ha in cantiere né un disegno di legge, né tanto meno un decreto legge”.
Lo stesso presidente della Repubblica, pur lambito dall’onda, invoca prudenza. Al contrario di quanto è stato detto e scritto in questi giorni, il Quirinale non ha mai sollecitato alla presidenza del Consiglio “misure urgenti” per limitare l’uso e l’abuso delle intercettazioni. Si può pensare a un disegno di legge, è la linea del premier, ma sulla giustizia non è questa la priorità.