Il Pdl ammette di aver peccato di massimalismo nell’approvazione della vecchia legge. Il Pd chiede ad alta voce un nuovo testo normativo. Dal canto suo, il ministro Severino attende la pronuncia della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione presentato dal Presidente della Repubblica nei confronti della Procura di Palermo. Di sicuro siamo ancora lontani dalla risoluzione del problema-intercettazioni.
Il senatore Pdl Fabrizio Cicchitto guarda con nostalgia ai bei tempi andati, ripensando alla proposta di legge Alfano. Dimenticandosi del motivo per cui quest’ultima non è stata approvata. In ogni caso è da escludersi una riproposizione integrale del testo dell’attuale segretario del Pdl, anche se va risolto il nodo relativo alle parti della suddetta proposta già approvate da entrambe le Camere. Il Pd insiste nel bocciare in toto il testo di Alfano, a loro dire “viziato all’origine”. I democratici sottolineano la presenza di modifiche inadeguate di alcuni aspetti della normativa. Innanzitutto la previsione di un collegio composto da tre giudici per l’autorizzazione delle intercettazioni. Per il Pd ne basta uno: un organo collegiale metterebbe in crisi il sistema organizzativo del Ministero della Giustizia. In effetti materie ben più delicate sono affidate alla competenza di un unico giudice. Il Pd discute anche sulla prevista modificazione dell’art.13 della legge Falcone. La proposta del Pdl rende più complicate le intercettazioni per i reati connessi alla criminalità organizzata, dal momento che per effettuarle saranno necessari gravi indizi. Per il Pd si tratta di uno spreco di risorse umane, in contrasto con i principi di economicità e di buon andamento della Pubblica Amministrazione. I democratici vogliono che si riparta da zero, ma la Severino è orientata ad una sintesi dei due disegni di legge.
Sembra certo che non ci sarà nessuna legge ad hoc sulle garanzie del Presidente della Repubblica. La materia è di competenza della Consulta, al contrario della normativa ordinaria sulle intercettazioni. Intanto la riforma è in stand-by, anche se la Severino continua a dare indicazioni in merito ad un forte potere da concedere ai magistrati. Nello specifico, un filtro utilizzato per separare le intercettazioni rilevanti da quelle irrilevanti. Intanto un sondaggio della Eurispes evidenzia che ogni anno vengono eseguite 181 milioni di intercettazioni, il 90 % delle quali di natura telefonica. La spesa è cresciuta di 18 ml tra il 2008 e il 2010. La durata media di un’intercettazione è pari a 50 giorni.